Per l’assessore alle politiche della salute eventuali restrizioni anti-Covid non dovrebbero valere per i vaccinati. L’intervista a Sanità Informazione
«Questa pandemia ci ha insegnato, intanto, a restare uniti. Per questo il dovere delle istituzioni è quello di tenere conto della valorizzazione di tutte le professioni sanitarie nella progettazione della sanità del futuro». Un po’ com’è stato fatto, come ci racconta Raffaele Donini, assessore alle politiche per la salute dell’Emilia Romagna (intervenuto al secondo congresso nazionale della Federazione Nazionale dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione) proprio nella sua Regione, dove «il 23 di novembre approveremo la legge sulla direzione assistenziale», ovvero «una riforma molto importante perché consegna le professioni sanitarie anche la responsabilità di contribuire alle scelte della strategia delle aziende sanitarie locali».
Una situazione «che, per la verità, è già agita nella prassi ma non è mai stata codificata. Noi vogliamo quindi proseguire costruendo la sanità del futuro attraverso il lavoro comune dei professionisti. Io dico sempre: cosa c’è di meglio di un buon professionista? Un buon professionista che lavora insieme agli altri professionisti». Per questo, spiega Donini, «pensiamo anche ad équipe multidisciplinari che possano, all’interno del territorio, mettersi in carico il cittadino fino al suo domicilio» e rappresentare un «centro di riferimento nelle case della comunità».
E poi, ovviamente, bisogna continuare a «fronteggiare questa pandemia. Noi Regioni stiamo proponendo, in una interlocuzione con il Governo, ma poi vedremo il punto di caduta in cui si arriverà, di considerare il valore aggiunto e forte della vaccinazione come protezione per i cittadini», e quindi, qualora si dovesse arrivare ad un «andamento epidemiologico, magari non drammatico come in altri Paesi d’Europa ma comunque impegnativo», e qualora «si dovessero rendere necessarie delle misure di contenimento», a queste misure «non avrebbe senso far prendere parte anche coloro che sono vaccinati a ciclo completo. Ecco, la nostra proposta è questa – conclude l’assessore –, quella di valorizzare la vaccinazione come modo per uscire dall’emergenza».
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