Nutri e Previeni 23 Luglio 2015 16:02

Bevande “dolci” sempre nel mirino dei ricercatori

Bevande “dolci” sempre nel mirino dei ricercatori

shutterstock_129806879Il consumo di bevande zuccherate nel corso degli anni appare correlato a un numero consistente di casi di diabete di tipo 2 di nuova insorgenza, indipendentemente dall’accumulo di tessuto grasso (adiposità).

Questa è la sostanziale conclusione di un’ampia analisi sugli studi epidemiologici che ha coinvolto diversi gruppi di ricercatori per analizzare i dati sui consumi di bevande addolcite con zucchero o con dolcificanti artificiali e di succhi di frutta, nel Regno Unito e negli Stati Uniti.

I dati sui consumi sono stati estratti interrogando le più importanti banche dati (PubMed, Embase, Ovid, e Web of Knowledge) e considerando gli studi prospettici su soggetti adulti senza diabete, pubblicati in rete fino al febbraio 2014. La frazione di popolazione attribuibile è stata stimata da indagini nazionali negli Stati Uniti, 2009-10 (n = 4729 che rappresenta 189.100 mila adulti senza diabete) e nel Regno Unito, 2008-12 (n = 1.932 che rappresenta 44,7 milioni). Le informazioni considerate e analizzate riguardavano 17 coorti (gruppi di popolazione – 38.253 casi).

Si è prima di tutto evidenziato che un maggior consumo di bevande dolci con zucchero era associato a una maggiore incidenza di diabete di tipo 2, pari a un aumento dei nuovi casi di diabete del 18% per un consumo di una porzione/giorno e del 13% prima e dopo aggiustamento per l’adiposità; per le bevande zuccherate artificialmente, l’aumento era  in media del 25% (dal 18% al 33%)  e per i succhi di frutta, tra 5% e il 7%.

Semplificando e analizzando i dati in prospettiva si può dire che circa 20,9 milioni di nuovi casi di diabete di tipo 2  si dovrebbero verificare in più di 10 anni negli Stati Uniti dei quali 1,8 milioni sarebbero imputabili al consumo di bevande addolcite con zucchero; e 2,6 milioni di nuovi casi nel Regno Unito.

Questi risultati, seppure da valutare con cautela in quanto provenienti da studi eterogenei tra di loro (per le metodologie utilizzate), devono comunque far pensare a quanto possa essere dannoso accumulare zucchero nell’organismo per molti anni. Basti ricordare che il diabete di tipo 2 (non insulino-dipendente) è di fatto una malattia cronica (controllabile ma non guaribile) che può portare a gravi conseguenze per la salute quali: malattie cardiovascolari, insufficienza renale, neuropatie e predisposizione alle infezioni.

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