L’Altems ha effettuato un’analisi del profilo costo-efficacia della campagna vaccinale in Italia. Ecco i risultati
Offrire l’assistenza ospedaliera ai soggetti attualmente non vaccinati, se dovessero contrarre l’infezione da Sars-Cov-2 ed essere conseguentemente ricoverati, costerebbe 7 volte di più che vaccinarli. A dimostrarlo, un recente report dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica (Altems) che ha dedicato all’analisi del profilo costo-efficacia della campagna vaccinale in Italia la 73ma puntata dell’Instant Report Covid-19.
«La campagna vaccinale anti-Covid non riduce solo le ospedalizzazioni e il numero di morti – spiega Gianfranco Damiani, direttore della scuola di specializzazione di Igiene dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e responsabile Altems per la valutazione di Sanità Pubblica -, ma produce anche un risparmio per le casse del Sistema Sanitario Nazionale».
Dai dati del report, che riguardano tutte le 21 Regioni e Province Autonome italiane, infatti, emerge un risparmio per il sistema sanitario attraverso la campagna vaccinale sia in termini di ospedalizzazioni evitate in normali reparti di degenza (con un costo stimato di circa 800 euro per ogni giorno di ricovero), che in terapia intensiva (dove la spesa sale a circa 1.700 euro). «Il costo di un ricovero di durata media in area medica è di circa 8.020 euro a paziente, mentre quello in terapia intensiva si aggira intorno ai 25.041 euro», spiega Damiani.
Partendo da questi costi gli studiosi dell’Altems hanno immaginato due possibili scenari. «Ipotizziamo che durante la quarta ondata, così come stimato da alcuni osservatori accreditati, ci possano essere circa 30 mila nuovi contagi al giorno e che questa tendenza si protragga per un mese – dice Damiani -. In un contesto simile, se la percentuale di vaccinati dovesse ipoteticamente rimanere invariata – l’84% della popolazione eleggibile al vaccino -, l’assistenza ospedaliera al restante 16%, tra ricoveri in reparti di degenza ordinaria e terapia intensiva, porterebbe a circa 346 milioni di euro di costi evitabili con il vaccino. Provvedere alla vaccinazione di questa stessa percentuale di persone (il 16% dei non vaccinati), invece, costerebbe 47 milioni di euro».
«Se, invece, le vaccinazioni aumentassero fino al 99% di copertura, vaccinare il restante 1% costerebbe 3 milioni di euro. In caso contrario, ospedalizzare per infezione da Sars-Cov-2 questi stessi cittadini, sia in reparti ordinari che di terapia intensiva, genererebbe circa 21,5 milioni di euro di costi evitabili. Ovviamente queste stime riguardano i ricoveri in ospedale, ma è bene sempre ricordare che i costi dell’infezione da Covid non si limitano all’assistenza ospedaliera».
Questi numeri sono stati ottenuti seguendo una precisa metodologia di analisi. Partendo dai dati forniti dal Bollettino sulla sorveglianza epidemiologica del Covid-19 rilasciato settimanalmente dall’Istituto Superiore di Sanità, in cui vengono esplicitati il numero assoluto e la percentuale di persone vaccinate nella popolazione generale e di casi di infezione da Sars-Cov-2, di casi ospedalizzati, ricoverati in terapia intensiva e deceduti per stato vaccinale negli ultimi 30 giorni, gli studiosi Altems sono andati a valorizzare economicamente il paziente ricoverato in ospedale e il paziente ricoverato in terapia intensiva per mancata vaccinazione. Il numero di degenza media è stata differenziata, come per i costi, in base alla gravità del paziente: è pari a 11,3 giorni per i pazienti che trascorrono il ricovero interamente in area medica e 14,9 per i pazienti che transitano da terapia intensiva.
Vaccinare tutta la popolazione italiana, oltre che la tutela della salute pubblica, avrebbe anche ulteriori benefici in termini economici. Questa ipotesi produrrebbe pure dei risparmi “indiretti”, sia per la diminuzione del numero di tamponi effettuati per il rilascio del green pass, sia per un decremento di pazienti che necessitano di cure per il trattamento del long Covid.
«Il 25% delle persone affette da Covid continua ad avere una sintomatologia anche alcune settimane, se non addirittura mesi, dopo l’attestata guarigione – sottolinea Damiani -. Per quantificare le spese da sostenere per il trattamento di questi sintomi è possibile riferirsi ai dati dal Regno Unito (in Italia non sono state realizzate finora evidenze di questo tipo, ndr) dove – conclude il professore – è stato calcolato un costo di 100 milioni di sterline per la cura del long Covid e di 34 milioni per la costruzione di ambulatori e servizi dedicati al trattamento di questi pazienti».
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