Domenico Centofanti, vicepresidente SIME, analizza l’ultima moda in ambito estetico: costi, benefici ed effetti collaterali: «Terapia efficace e poco invasiva, con ridotti rischi di complicanze. Indicata per pazienti con un grado di lassità cutanea lieve e anche per chi ha già fatto botox e filler»
Dopo il botox e il filler oggi sono sempre di più le donne che scelgono di fermare il tempo con i fili di trazione, una soluzione poco invasiva, con rischi ridotti e costi contenuti. Siamo davvero ad una svolta e ad una nuova frontiera dell’eterna giovinezza a portata di tutti? Per Domenico Centofanti, vicepresidente SIME (Società italiana di medicina estetica), medico chirurgo specializzato in medicina estetica presso l’ambulatorio di medicina estetica dell’Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina a Roma, si tratta di un eccellente compromesso tra le procedure chirurgiche e quelle non invasive sulle aree che richiedono un maggior sostegno ed una maggior trazione.
«Negli ultimi anni la domanda di ringiovanimento del viso è fortemente cresciuta, la richiesta ha interessato tutte le fasce socioeconomiche e tutte le età. La richiesta è indirizzata verso terapie che siano efficaci, poco invasive, con minimo down time e con ridotti rischi di complicanze. Non solo, è aumentata l’aspettativa delle pazienti».
«È vero, anche perché si sono ampliate le proposte terapeutiche nelle mani del medico estetico che deve fare una corretta selezione. La scelta delle soluzioni migliori possibili per il singolo caso presuppone la conoscenza da parte del medico dei fenomeni correlati al processo di invecchiamento».
«Esattamente. Tra le metodologie non chirurgiche di ringiovanimento del volto ci sono diverse soluzioni: filler, tossina botulinica, peeling, laser, plasma ricco di piastrine PRP, radiofrequenza e i fili di trazione e/o di biostimolazione. Questi ultimi sono di varie tipologie, per molteplici esigenze, in base alle caratteristiche della paziente. Sono impiantati nel derma e classificati in base alla modalità di azione, al tipo di materiale, al fissaggio e alla struttura superficiale del filo».
«Certamente, a cominciare dai fili. Infatti, negli ultimi anni, sono stati sviluppati dei fili completamente riassorbibili e con un effetto temporaneo. Tra questi i più utilizzati sono quelli in polidiossanone (PDO)».
«Il polidiossanone chimicamente è un polimero, il riassorbimento avviene per idrolisi (inizia dopo 10-15 gg e si completa in circa 180 gg). È un materiale sicuro, efficace, versatile, già usato in chirurgia da oltre 30 anni, in cardiochirurgia pediatrica, in chirurgia oftalmologica, caratterizzato da robustezza e resistenza alla trazione, regolarità del calibro e scorrevolezza, maneggevolezza e ottima tollerabilità biologica. I fili di polidiossanone sono essenzialmente di due tipi: lisci e da trazione».
«I primi, grazie a un ago, si collocano nel derma medio, a formare una rete a incastro nelle aree di applicazione, variano in lunghezza e diametro. I secondi, detti anche barbed, cog o spinati, sono posizionati, grazie a un ago o a una cannula, nel derma medio profondo e possiedono delle piccole barbe o punte su tutta la loro lunghezza, che si agganciano ai tessuti quando vengono inseriti nella pelle e li sollevano esercitando una leggera trazione. A seconda della direzione delle punte, il filo viene classificato come unidirezionale, bidirezionale o multidirezionale».
«La cannula è più sicura rispetto all’ago perché non danneggia i vasi sanguigni e i nervi. Una volta inseriti, risultano completamente invisibili e impalpabili».
«Il meccanismo d’azione, nel caso dei fili lisci e da trazione, è sia meccanico che chimico, si hanno, rispettivamente, una deformazione della matrice extracellulare e la neoformazione di fibre di collagene e di elastina, la neo-angiogenesi e l’attivazione del metabolismo nelle aree limitrofe. Nel caso dei fili da trazione si ha anche un supporto fisico, cioè un effetto di sostegno liftante perché, come detto, le spine si impigliano/aggrappano ai tessuti e tirano la pelle ptosica. Tutto questo si traduce in un miglioramento dell’idratazione, della visco-elasticità e della compattezza cutanee».
«Il miglioramento a breve termine è probabilmente il risultato dell’edema locale e dell’infiammazione, piuttosto che del cambiamento strutturale, ma c’è da dire che con i fili da trazione si nota subito un miglioramento, l’effetto è comunque progressivo e naturale e dopo circa 4 settimane sarà completo, si avrà un effetto lisciante della trama, delle rugosità e riduzione della profondità delle piccole rughe. Si ha quindi un ringiovanimento cutaneo nel caso dei fili lisci e di “lifting non chirurgico” con i fili da trazione».
«Una volta inseriti i fili di trazione si raccomanda di evitare il make-up nelle 24 ore successive, i massaggi nelle aree trattate per almeno una-due settimane, i trattamenti con fonti di calore sulle zone interessate per almeno 3-4 settimane, così come l’applicazione del ghiaccio, l’esposizione alla luce solare diretta o l’uso di lettini abbronzanti per circa 2 settimane».
«Possibili complicazioni sono l’edema, il filo che viene in superficie, gli ematomi, dolore e gonfiore. Fortunatamente si tratta di disturbi che si risolvono presto, senza sequele».
«Il limite principale è la pelle troppo spessa e pesante, il risultato sarà insoddisfacente. Come per tutte le procedure di medicina estetica, il successo terapeutico è determinato dalla corretta selezione della paziente. Per il lifting non chirurgico con fili, i pazienti dovrebbero avere un grado di lassità cutanea lieve, viceversa non sono pazienti candidabili a questa procedura. È importante sottolineare che non ci sono controindicazioni e, se l’area è già stata trattata con altre tecniche di medicina estetica, i fili si possono comunque integrare».
«Si procede con due e multipli di due per dare sempre un effetto simmetrico al volto. Sarà il medico a decidere in base alla pelle della paziente quanti devono essere utilizzati, di conseguenza anche i costi variano: si aggirano sui 150 euro a filo per la trazione e 20 euro cadauno per quelli di biostimolazione».
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