L’iniziativa nasce per promuovere la leadership delle donne in ambito sanitario. «Per quanto le donne siano assoluta maggioranza – il 64,5% del SSN italiano secondo l’Oms – osservando le posizioni di leadership questa piramide si rovescia» specifica la presidente Patrizia Ravaioli
A livello globale e nazionale, tanto è stato fatto per perseguire la parità di genere nell’accesso ai gradi più alti delle carriere in ambito sanitario. Tanto altro, però, resta ancora da fare per favorire il superamento delle disuguaglianze e conferire alle donne i ruoli che meritano per capacità e competenza.
Nell’ottica di avviare una vera e propria trasformazione culturale, nasce il premio “Leads – Donne Leader in Sanità”. Il riconoscimento è istituito dal network che incoraggia la leadership femminile nel settore della sanità e delle scienze della vita. L’obiettivo, promuovere le best practice di aziende che hanno facilitato l’avanzamento delle donne in posizioni apicali.
Il concorso, presentato oggi dalla Presidente dell’Associazione Donne Leader in Sanità, Patrizia Ravaioli, della Segretaria del Premio, Sara Vinciguerra e dalla Presidente della Giuria esaminatrice, Beatrice Lorenzin, è aperto a enti pubblici e/o privati accreditati, aziende e associazioni, onlus ed enti del terzo settore.
Sarà premiato chi ha favorito nel corso del 2020, con politiche di successo, la presenza paritaria e l’accesso delle donne alle posizioni manageriali in ambito sanitario. Tra i criteri di valutazione, la diffusione di buone prassi, lo sviluppo, la formazione e l’accesso delle donne a ruoli di leadership, le iniziative a favore di un mindset inclusivo, la trasparenza su gender gap e salary gap.
«La nostra mission – inizia Patrizia Ravaioli – è mettere insieme una serie di progetti ed iniziative, tra cui il premio “Leads – Donne Leader in Sanità”, per portare avanti una cultura favorevole all’avanzamento professionale delle donne in sanità. L’idea dell’associazione nasce in pandemia – continua – quando ci siamo chieste come fosse possibile una tale predominanza di volti maschili nella gestione dell’emergenza. Guardando i dati, ci siamo resi conto che per quanto le donne siano assoluta maggioranza in sanità – il 64,5% del SSN italiano secondo l’Oms – osservando le posizioni di leadership questa piramide si rovescia. La recente indagine della Fiaso dimostra che solo il 18% delle donne sono direttori generali» specifica la presidente.
L’Associazione ha anche realizzato il “Manifesto per un maggiore equilibrio di genere in sanità”, rivolto alle aziende e alle istituzioni, chiedendo di modificare le policy e di istituirne di nuove per ottenere il 40% delle donne nei ruoli di top e middle management delle organizzazioni sanitarie nei prossimi cinque anni. Il Manifesto è stato consegnato al Presidente Mattarella. «L’obiettivo del premio – aggiunge la Ravaioli – è quello di cambiare le cose. Come? Sensibilizzare più possibile, cambiare la cultura, promuovere le buone pratiche. Dimostrare che si può fare qualcosa ma non per le donne, non è questo che vogliamo, per il bene del paese e della sanità».
Un cambiamento radicale e immediato che passa per l’eliminazione delle barriere che impediscono alle donne di ricoprire cariche apicali in sanità, accelerando inclusione, diversità ed equità. «Come riporta il Report 2020 del Global Health 50/50, il 69% delle strutture sanitarie in Italia è diretto da uomini e l’80% degli incarichi di leadership è occupato da uomini. Solo il 25% delle organizzazioni sanitarie – dichiara Sara Vinciguerra – prevede una sanità di genere nei ruoli dell’alta dirigenza. A livello nazionale – prosegue – le cose non vanno meglio sebbene ci sia stato un incremento negli ultimi anni. Pur rappresentando le donne oltre il 63% del personale dipendente, quasi il doppio degli uomini, solo il 18% sono direttori generali, secondo i dati Fiaso del 2021».
A selezionare le candidature e stabilire i progetti più meritevoli sarà una giuria presieduta dall’Onorevole Beatrice Lorenzin. L’ex ministro della salute tra il 2016 ed il 2018 nei governi Letta, Renzi e Gentiloni, sarà affiancata da Renato Balduzzi, Carolina Gianardi, Lella Golfo, Maurizia Iachino, Paola Mascaro, Alessia Mosca, Maurizio Sacconi, Livia Turco.
«Sono molto contenuta di presiedere questa giuria – spiega l’Onorevole – spero che il lavoro culturale che farà l’associazione, di promuovere la leadership ma anche di premiare chi la sostiene, possa essere d’aiuto. Credo che sia un lavoro necessario – prosegue – non si tratta di una banale e mera rivendicazione da parte delle donne di una leadership. Significa rimuovere gli ostacoli che impediscono a professioniste e ricercatici di grande valore e capacità e competenza di poter rappresentare la loro posizione a livelli apicali». La Lorenzin racconta la sua esperienza da ministro della salute. «Quando arrivai – riferisce – nel Consiglio superiore di sanità c’erano tanti uomini, con poche eccezioni, imposi una riorganizzazione, con una parità di genere e una presidente donna. Mi venne detto che non era possibile, perché non c’erano abbastanza donne in Italia con quel tipo di expertise. Era una sciocchezza, emersero dati completamente diversi».
La stessa cosa succede «quando partecipo alla inaugurazione degli anni accademici delle grandi università per la Facoltà di medicina. Gli ordinari sono quasi tutti uomini, il numero di ordinari donne è molto basso. Fa impressione – evidenzia l’onorevole – perché sono facoltà frequentate con successo, nella maggior parte, da donne. Ma poche arrivano ai vertici della carriera accademica. La stessa cosa avviene nelle multinazionali farmaceutiche: ci sono donne manager, molte ricercatici ma ai vertici sempre gli uomini. I dati delle direzioni sanitarie degli ospedali sono gli stessi a quelli delle aziende territoriali, idem per i primari. Presenterò un emendamento al Dl concorrenza, che introduce un nuovo meccanismo di selezione più meritocratico per i primari ma non parla in nessun modo di equilibrio di genere. Non vorrei sentirmi dire che non ci sono abbastanza dottoresse capaci di diventare primario nei loro reparti» aggiunge sarcastica.
«Abbiamo inserito e coinvolto nella giuria rappresentanti di altre associazioni rilevanti rispetto al raggiungimento del nostro obiettivo. Si tratta di uomini e donne – precisa la presidente Ravaioli – solo l’unione può fare la forza. La sfida è grande ma il traguardo è lontano. L’equità di genere in sanità viene considerata noiosa ma è una questione mai risolta, problema di un paese che non si avvale delle energie produttive e intellettuali di chi può dare un contributo importante».
Ma come cambiare le cose e far sì che non restino solo belle parole? «Dobbiamo mettere il turbo – conclude la Lorenzin – i processi di cambiamento devono avvenire con rapidità. Dal punto di vista pratico, dobbiamo approfittare del Piano nazionale di Ripresa e resilienza che ci dà risorse e obiettivi misurabili nel tempo. Il Governo è impegnato in questa direzione, dobbiamo pretendere un monitoraggio chiaro e trasparente e che siano raggiunti gli obiettivi assunti dal Parlamento».
La partecipazione al concorso è gratuita, è sufficiente aderire al bando, presentando la candidatura e i progetti entro il 17 gennaio 2022 alle ore 13.00. I vincitori saranno premiati con una cerimonia l’11 febbraio 2022, in occasione della Giornata Internazionale per le Donne e le Ragazze nella Scienza.
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