Sono 127.823 le vaccinazioni in più in Francia, 243.151 in Israele, 64.952 in Svizzera e 66.382 in Italia, secondo lo studio
Green pass, certificazione verde e passaporto vaccinale, tanti nomi ma un solo risultato: aumentare l’adesione alla vaccinazione specie nelle fasce più giovani. A suggerirlo uno studio pubblicato sul Lancet Public Health (riportato dal Guardian), da una ricerca dell’Università di Oxford che ha dimostrato come l’arrivo della certificazione sia equivalso a un aumento delle vaccinazioni 20 giorni prima e 40 giorni dopo l’introduzione in quei paesi in cui la copertura è inferiore alla media. Soprattutto nelle persone al di sotto dei 30 anni, dove la copertura è ancora bassa.
Il principio secondo il quale tutto questo succede è piuttosto chiaro. Le certificazioni Covid si ottengono con la guarigione, la vaccinazione completa o, per breve tempo, con un tampone negativo. Senza, ormai in gran parte d’Europa, è impossibile accedere a luoghi di svago, eventi pubblici, entrare al ristorante o assistere a un concerto. Ma anche frequentare piscine e palestre, guardare un film al cinema o partecipare a riunioni allargate. Il vaccino è l’unica soluzione per tornare a frequentare i luoghi della normalità per tanti giovani, che ne fanno la ragione portante per aderire alla campagna vaccinale. Funziona meglio della paura del virus sicuramente, specie per quella fascia di popolazione che sa di essere a rischio basso di morte o ospedalizzazione da Covid-19.
Lo studio ha osservato i dati di accesso alla vaccinazione tra aprile e settembre 2021 in tutti i paesi in cui la certificazione era già stata introdotta: Danimarca, Israele, Italia, Francia, Germania e Svizzera. Lo studio ha utilizzato la modellizzazione per stimare quale sarebbe stata l’adesione al vaccino senza la certificazione Covid-19 in tutti e sei i paesi, in base alle tendenze di vaccinazione da 19 paesi di controllo altrimenti simili senza certificazione.
Nei paesi in cui la copertura vaccinale era precedentemente bassa, l’introduzione di passaporti vaccinali è stata associata a un aumento significativo del numero di dosi di vaccino aggiuntive per milione di persone: 127.823 in Francia, 243.151 in Israele, 64.952 in Svizzera e 66.382 in Italia, secondo lo studio. Mentre in Germania e Danimarca, dove i tassi erano più elevati, non c’è stata una variazione sensibile.
«Nel complesso – ha detto la professoressa Melinda Mills, direttrice del Leverhulme Centre for Demographic Science dell’Università di Oxford – abbiamo osservato un aumento significativo in previsione dell’entrata in vigore delle restrizioni circa 20 giorni prima dell’introduzione, che è durata fino a 40 giorni dopo, ma il contesto dell’adesione alla vaccinazione esistente, l’esitazione verso il vaccino, i livelli di fiducia nelle autorità e la traiettoria della pandemia sono stati cruciali per l’impatto».
Tra i gruppi sociali in cui si nota una minore aderenza al vaccino si notano: giovani, uomini, e più specificatamente gruppi etnici molto chiusi e persone con difficoltà economiche. Se per le categorie maggiori è stato più semplice generare un calcolo che dimostri l’utilità del Green pass nell’aumentare l’aderenza al vaccino, per le ultime e più specifiche lo studio ha ammesso di non avere dati sufficienti.
Da aggiungere che nei sei paesi analizzati le cause dell’esitazione nel fare i vaccini hanno motivazioni diverse e altrettante origini, dunque generalizzare i risultati può non essere producente. Infine, gli studiosi hanno voluto mettere nero su bianco alcune cose da considerare per i politici che hanno implementato questo tipo di misure. Per esempio il rischio di esacerbare le disuguaglianze con le comunità in cui l’adesione è minore, generarle laddove la distribuzione del vaccino è stata gestita per fascia d’età come in Italia. Infine, ampliare il divario digitale con i passaporti elettronici e le preoccupazioni dei più anziani per la privacy dei propri dati.
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