Il progetto ‘Empatia, un giorno con il diabete’ punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sugli impatti piscologici ed emotivi della malattia e favorire l’integrazione delle persone con diabete in tutti gli ambiti della vita
Sensibilizzare l’opinione pubblica, favorire l’integrazione delle persone con diabete in tutti i contesti quotidiani di vita, come il lavoro, la scuola o l’università e lo sport, e far comprendere a operatori e istituzioni sanitarie l’importanza di rispondere non solo ai bisogni di accesso e cura, ma anche a necessità più ampie e profonde. Questo è l’obiettivo della la campagna “Empatia, un giorno con il diabete”, realizzata da Diabete Italia e Personalive con il contributo non condizionante di Roche, ideata per evidenziare i bisogni, le criticità e i disagi pratici ed emotivi che possono emergere nell’esperienza quotidiana di una persona con diabete.
Il progetto si lega al tema chiave della Giornata Mondiale del Diabete 2024-26, “Let’s talk about well-being for a better diabetes life”, identificato proprio a partire dalla necessità di costruire consapevolezza rispetto all’impatto psicologico ed emotivo del diabete sul benessere della persona e all’importanza di rendere questi aspetti centrali nella gestione della patologia. Infatti, secondo l’lnternational Diabetes Federation (IDF) il 28% delle persone con diabete ha difficoltà a mantenere un atteggiamento positivo nei confronti della propria condizione, il 63% afferma che la paura di sviluppare complicanze influisce negativamente sul proprio benessere e il 36% sperimenta ansia a causa della malattia.
Infatti, risulta che una persona su quattro con diabete di tipo 1 e una su cinque con diabete di tipo 2 soffre di stress e ansia, che possono portare a depressione, burnout e a un rapporto complicato con il cibo e con i farmaci, soprattutto con l’insulina, che si traduce in quasi 1 milione di persone colpite in Italia. Tuttavia, quasi la metà di questi casi non viene individuata. “Tenere monitorata la glicemia, controllare l’assunzione calorica, praticare attività fisica e seguire terapie che spesso richiedono l’assunzione di diversi farmaci in più ore del giorno sono tutte azioni che possono avere un forte impatto nella quotidianità delle persone con diabete e comprometterne il benessere psicologico”, spiega Antonio Rossi, responsabile dell’Unità di Medicina Generale a indirizzo Endocrino Metabolico I.R.C.C.S. Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio, Milano; Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche, Università degli studi di Milano.
“Depressione, burnout e disturbi del comportamento alimentare sono solo alcuni dei disagi di natura psicologica – continua Rossi – con cui spesso convivono le persone con diabete, che, oltre alle evidenti ripercussioni sul benessere della persona, possono avere anche un impatto negativo nella gestione della malattia. Infatti, secondo uno studio dell’Università di Bologna e pubblicato su Acta Diabetologica, le persone con diabete e depressione hanno un rischio 1,6 volte maggiore di andare incontro a complicanze metaboliche nel lungo termine e di 2,3 volte superiore di complicanze acute nel giro di 3 anni». Il progetto “Empatia, un giorno con il diabete” vedrà il coinvolgimento di persone ‘sane’ che, per una giornata, dovranno “mettersi nei panni” di una persona con diabete, tenendo monitorata la glicemia. Durante questa giornata, ai partecipanti sarà anche richiesto di raccontare l’esperienza restituendo il proprio percepito a livello emotivo e funzionale.
I dati raccolti saranno poi analizzati con l’obiettivo di condividere evidenze strutturate con l’opinione pubblica, gli operatori sanitari e le istituzioni. “Siamo orgogliosi e felici dell’avvio di questo progetto – dichiara Marcello Grussu, vicepresidente di Diabete Italia – nato non solo per sensibilizzare, ma anche per promuovere una maggiore consapevolezza su un tema così importante come il benessere psicologico ed emotivo delle persone con diabete, attraverso la testimonianza di persone che non hanno la malattia, ma che avranno la possibilità di sperimentare la quotidianità di chi ce l’ha. Il malessere che può insorgere dopo una diagnosi difficile come quella di diabete non può e non deve essere ignorato, soprattutto per le conseguenze più profonde che può avere sulla persona. Le soluzioni tecnologiche per il monitoraggio in continuo del glucosio oggi disponibili possono consentire alle persone con diabete di gestire la malattia in modo sempre più personalizzato e di convivere con maggiore serenità con la propria condizione, ma c’è ancora tanto da fare in termini di equità e tempestività di accesso all’innovazione”.
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