Vaia: “Le infezioni da germi resistenti fanno oggi 33mila morti l’anno in Europa, di cui 11mila in Italia e comportano un milione e trecentomila giornate di degenza l’anno in Italia”
Nei prossimi 25 anni le infezioni resistenti agli antibiotici saranno la causa di 39 milioni di decessi nel mondo. Di conseguenza, promuovere la ricerca e l’utilizzo mirato di nuovi antibiotici per contrastarle è importante tanto quanto sensibilizzare i cittadini sulla riduzione dei rischi. Per perseguire questi obiettivi 40 associazioni hanno dato vita al progetto presentato al convegno ‘Il Contributo delle associazioni dei pazienti al contrasto dell’Amr (antimicrobico-resistenza)’. “Le infezioni da germi resistenti – ricorda Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione Sanitaria presso il ministero della Salute – causano oggi 33mila morti l’anno in Europa, di cui 11mila nel nostro Paese e comportano un milione e trecentomila giornate di degenza l’anno in Italia. Costituiscono un’emergenza riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una delle più grandi minacce per la salute pubblica globale”.
Affinché traducano in pratica le azioni indicate nel Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza 2022-2025, è auspicabile un coinvolgimento maggiore delle associazioni dei pazienti e dei cittadini. Per questo, l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha avviato un percorso di formazione partecipata dedicato a loro. “Il nostro obiettivo – dice Teresa Petrangolini, direttrice del Patient Advocacy Lab di Altems – è proteggere le persone fragili, in particolar modo quelle affette da malattie croniche e rare, promuovendo comportamenti corretti, a partire dalle vaccinazioni e dal limitare l’assunzione di antibiotici”. L’antibiotico resistenza, secondo Franco Zaffini, presidente della Commissione Affari sociali e Sanità del Senato, “è un tema strategico, lo testimonia il fatto che abbiamo inserito nel programma del G7 Salute di Ancona”. Quanto all’utilizzo di nuove armi oggi disponibili ma molto costose, “l’obiettivo è utilizzare per questi antibiotici reserve (ovvero da riservare al trattamento di infezioni da germi multiresistenti) parte delle risorse del fondo per i farmaci innovativi”.
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