I decreti di riparto dei 224 milioni del Fondo inclusione delle persone con disabilità, destinati al potenziamento dei servizi di assistenza scolastica all’autonomia e alla comunicazione non prevedono l’obbligo di educatori esperti in Aba (Applied Behavior Analysis)
Mancano meno di 48 ore al suono della prima campanella d’Italia, nelle scuole di Bolzano, e l’inclusione scolastica dei bambini e dei ragazzi con disabilità è già stata messa in discussione su più fronti. Prima la sentenza del Consiglio di Stato che legittimerebbe gli enti locali ad abbassare il monte ore di assistenza scolastica previste dal Piano Educativo Individualizzato (PEI), poi l’insufficienza dei fondi per l’assistenza scolastica per bambini e adolescenti con autismo. I decreti di riparto dei 224 milioni del Fondo inclusione delle persone con disabilità, destinati al potenziamento dei servizi di assistenza scolastica all’autonomia e alla comunicazione, infatti, non prevedono l’obbligo di educatori esperti in Aba (Applied Behavior Analysis). A denunciarlo è l’Associazione nazionale genitori di persone con autismo (Angsa), che evidenzia la necessità di una formazione specifica per gli educatori che possa concorrere alla continuità del progetto abilitativo dell’allievo.
In una lettera firmata dal presidente nazionale Angsa, Giovanni Marino, e inviata nei giorni scorsi alla presidenza del Consiglio e a tutti i ministeri coinvolti, l’Associazione chiede “l’emissione di una nota interpretativa indirizzata agli enti attuatori, per obbligare a inserire nei bandi la normativa specifica per le disabilità mentali, da assistere ciascuna con la propria specificità, proprio come già avviene per le disabilità sensoriali, come i sordi, che vengono assistiti da Assistenti all’autonomia e alla comunicazione, esperti sul metodo scelto dai genitori fra quelli approvati”. Secondo l’Angsa, si rischierebbe un’assistenza generica in quanto “emerge che i servizi erogati per gli allievi con autismo, pur costando molte risorse, potranno comunque non rispondere ai dettami normativi ed in particolare non garantiranno il diritto inviolabile all’educazione, all’istruzione e alla salute”.
Nella lettera Angsa spiega che l’emissione della nota interpretativa è urgente e indispensabile in quanto da anni il ministero riceve e non accoglie le sollecitazioni delle associazioni come A.p.r.i. “I due decreti di ripartizione dei fondi – è scritto nella lettera – nulla dicono sulle modalità di assegnazione degli appalti da parte di Regione ed Enti locali e ciò avrà una ricaduta su tutti questi servizi scolastici che comportano una spesa annuale per la finanza pubblica che è stata stimata in oltre un miliardo, dato che ai 224 milioni si aggiungono quattro volte tanto di finanziamenti locali, per i 68mila AEC in funzione”. Nella lettera si chiede che si tenga conto dei contenuti della sentenza del Consiglio di Stato sez. III, 6 ottobre 2023, n.8708, che oltre a stabilire che il trattamento Aba (Applied Behavior Analysis) rientra a pieno titolo nei Lea, confermando che “trattasi di prestazione sociosanitaria ad elevata integrazione sanitaria che deve essere erogata a scuola, in famiglia e in tutti gli ambienti naturali di vita della persona con autismo”.
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