25 associazioni nazionali e lombarde, costitutrici del ‘Comitato caregiver familiari B1 B2 affondate’, hanno deciso di ricorrere al Tar impugnando le delibere della Regione Lombardia che prevedono il taglio dei contributi ai caregiver familiari
Dopo il fallimento dei colloqui istituzionali tra le associazioni di familiari e Regione Lombardia e le manifestazioni pubbliche, 25 associazioni nazionali e lombarde costitutrici del ‘Comitato caregiver familiari B1 B2 affondate’, hanno deciso di ricorrere al Tar impugnando le delibere della Regione Lombardia numero 1669 del 28 dicembre 2023 e 2033 del 18 marzo 2024, che prevedono il taglio dei contributi ai caregiver familiari. Adesso, dunque, è ufficiale: il coordinamento dei caregiver familiari ha scelto la via del ricorso al Tar. Che si stesse valutando questo percorso era stato anticipato circa un mese fa, in occasione dell’ultima protesta organizzata davanti al Pirellone di Milano, sede del Consiglio regionale della Lombardia, dalle associazioni che rappresentano le persone con disabilità.
Lunedì 27 maggio verranno presentati i dettagli del ricorso e una rappresentanza delle associazioni riunite nel Comitato caregiver familiari, insieme al legale, spiegherà “le motivazioni del ricorso e il percorso che ha portato a questa scelta onerosa”, durante l’incontro convocato al Circolo De Amicis di Milano. “Va fatta una precisazione: il Piano nazionale per la non autosufficienza ha delle criticità, ma in nessuna pagina afferma che l’implementazione dei servizi deve essere attuata con il taglio dei contributi di assistenza indiretta. E l’unica Regione che ad oggi lo ha fatto è la Regione Lombardia”, aveva osservato a metà aprile in occasione della manifestazione di piazza Fortunato Nicoletti, vicepresidente dell’Odv (organizzazione di volontariato) Nessuno è escluso e voce del ‘Comitato Caregiver Familiari #b1b2 affondate’, nato sull’onda delle proteste per i tagli prospettati alle misure B1 e B2 per la disabilità grave e gravissima in Lombardia.
“Il Piano dice espressamente che i Leps (Livelli essenziali delle prestazioni sociali) per le persone con disabilità sono garantiti attraverso l’attuazione della legge delega, che solo il 15 aprile ha visto l’uscita dell’ultimo decreto attuativo. Le delibere lombarde”, che sono state varate prima, “sono discriminatorie e noi come Comitato caregiver familiari stiamo pensando di impugnarle e ricorrere al Tar. Quanto previsto non è ammissibile e, se passa in Lombardia, a brevissimo potrebbe succedere che tutte le regioni italiane siano coinvolte e non si potrà più dire: ‘Questa cosa non ci riguarda’. Il caregiver familiare è una figura essenziale che va valorizzata, perché fa risparmiare tantissimi soldi ogni giorno non solo alla Regione, ma anche a tutto lo Stato italiano”, concludono le Associazioni.
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