Advocacy e Associazioni 12 Settembre 2024 11:58

Disabilità, Progetto Filippide: “Con lo sport superiamo le barriere, ma la burocrazia lo rende una corsa ad ostacoli”

A mettere a rischio l’attivazione del Progetto nella Capitale sono alcune nuove normative nazionali che obbligano le associazioni sportive a versare i contributi previdenziali ai dipendenti, alle quali il Campidoglio, a distanza di nove mesi, non si è ancora adeguato

Disabilità, Progetto Filippide: “Con lo sport superiamo le barriere, ma la burocrazia lo rende una corsa ad ostacoli”

“L’importanza dello sport per superare le barriere e vivere la vita in maniera completa anche per chi parte da una condizione svantaggiata dalla nascita o acquisita durante la vita, è un fondamentale diritto sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Tutto questo contrasta con quello che sta accadendo in questi mesi ad una realtà che si chiama Progetto Filippide, alle prese con l’indisponibilità del Comune di Roma di adeguare la spesa sostenuta da 20 anni, al comprovato aumento dei costi di esercizio delle attività. Un costo davvero irrisorio ma che il Comune non intende riconoscere, cancellando una esperienza pressoché unica nel panorama italiano”. Sono queste le parole che Alessandra Cortini, una mamma e caregiver di un ragazzo di 28 anni affetto dalla sindrome dello spettro autistico, ha rivolto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una lettera, per scongiurare la fine del Progetto.

Il Progetto Filippide

Sono vent’anni che, grazie a questo Progetto, si promuove la pratica dello sport, dall’atletica leggera al nuoto, per persone con autismo e malattie rare. Si tratta di un programma nazionale nato nel 2005 al quale aderiscono circa venti associazioni sportive presenti in otto Regioni, e che tra le varie iniziative organizza in particolare da qualche anno la Run For Autism a Roma. “Lo sport, è riconosciuto dal mondo medico-scientifico come efficace strumento riabilitativo e terapeutico per tutti i disabili intellettivi e relazionali – spiega Antonio Amoroso, referente del Comitato dei Genitori delle atlete/i con autismo e malattie rare fruitori del Progetto Filippide, in un’intervista a Sanità Informazione -. La partecipazione a competizioni sportive in particolare, risulta determinante al fine di acquisire maggiore consapevolezza dei propri limiti psicofisici, di qualsiasi grado, nel tentativo di superarli. Per mio figlio Edoardo (il primo della fila nella foto) la corsa è sinonimo di felicità. Attraverso lo sport riesce a mantenere il suo equilibrio psicofisico, ad integrarsi nella società. Un’alternativa valida, e soprattutto sana, alla somministrazione di psicofarmaci o al ‘parcheggio’ in centri diurni”, racconta papà Antonio.

Il miracolo degli anni ’90

Il Progetto Filippide ha anticipato i tempi, rendendo possibile un’inclusione autentica quando ancora appariva quasi inimmaginabile che ragazzi con autismo severo potessero praticasse lo sport in un campo di atletica prestigioso come il Paolo Rosi, dove, racconta ancora Alessandra Cortini “si è allenato Marcel Jacobs fino a pochi mesi fa, prima di trasferirsi negli Stati Uniti, dove si allenano insieme ‘alle/ai nostre/i figlie/i’, atleti amatoriali e giovani promesse”.  È questo il ‘miracolo’ del Progetto Filippide che, già negli anni novanta, ha intuito come lo sport potesse migliorare, attraverso la inclusione, le condizioni di una persona con autismo, ovvero grave compromissione della comunicazione e della relazione sociale, nonché, spesso, della facoltà cognitiva. Affinché tutto questo non si trasformi solo in un ricordo, i promotori del Progetto e i genitori delle atlete e degli atleti che partecipano al programma inclusivo e con una fortissima valenza sociale, nei giorni scorsi, hanno organizzato un presidio e una conferenza stampa in Piazza del Campidoglio, a Roma.

Le nuove norme sui contributi previdenziali

“A mettere a rischio l’attivazione del Progetto per questo nuovo anno – spiega Antonio Amoroso – sono alcune nuove normative nazionali, in vigore dal 1 gennaio 2024 (D. Lgs. N. 36-38 del 28.02.2021, D. Lgs. n. 163 del 5.10.2022 e D. Lgs. n. 120 del 29.8.2023), che obbligano, giustamente, le associazioni sportive a versare i contributi previdenziali ai dipendenti. A fronte di ciò, il Campidoglio avrebbe dovuto adeguare i compensi in questione, aumentando di conseguenza l’importo economico da destinare al Progetto Filippide”. Per nove mesi dall’approvazione di queste nuove norme il Comune di Roma è rimasto con le mani in mano, compromettendo l‘avvio del progetto che dovrebbe iniziare il primo ottobre e terminare a fine giugno, così come accaduto nei precedenti 20 anni. Il Campidoglio ha pubblicato il nuovo bando, con una manifestazione di interesse con gli importi idonei aggiornati richiesti da chi usufruisce dei servizi su Roma, solo in data 5 settembre, facendo slittare l’eventuale inizio delle attività da novembre 2024 a luglio 2025. Possibilità che le famiglie ritengono comunque poco probabile. “È enorme il ritardo con cui è stata avviata la procedura del nuovo Bando, dopo che per tutta l’estate l’Assessorato in questione si è ostinato a proporre una proroga inaccettabile visto che avrebbe riconosciuto solo poco più di un terzo degli adeguamenti economici richiesti, necessari per coprire l’aumento del costo del lavoro, peraltro bloccato da anni – commenta Amoroso -. Tale ritardo compromette la continuità visto che è presumibile che le attività del nuovo Bando partiranno, in caso di esito positivo, non prima di dicembre”.

Lavoratori a rischio

A pagarne le conseguenze non saranno solo i giovani atleti e le loro famiglie, ma anche i lavoratori del Progetto Filippide che, dopo anni di indiscutibile dedizione, potrebbero ritrovarsi senza un’occupazione. Per fare il punto della situazione sarà necessario attendere la scadenza della manifestazione di interesse, prevista per il 16 Settembre 2024. “È evidente – aggiunge Antonio Amoroso – che il rifiuto di definire una sorta di affidamento diretto delle attività sportive al Progetto Filippide o di stipulare un nuovo contratto, mette a rischio, nonostante i buoni propositi dichiarati dagli stessi consiglieri comunali di Roma, la praticabilità di altre eventuali soluzioni per uscire dal pericoloso stallo prodottosi, a causa del ritardo con cui è stata avviata la procedura per rinnovare il nuovo Bando. Per questo, il Comitato dei genitori delle/degli atlete/i con autismo del Progetto Filippide, insieme alle lavoratrici ed ai lavoratori della stessa Associazione sportiva – conclude – continueranno a sostenere l’urgenza della ripartenza delle attività, mettendo in campo tutte le ulteriori iniziative necessarie”.

 

 

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