Per candidarsi al premio LEADS, che accende i fari sulle buone pratiche per rimuovere gli ostacoli alla leadership femminile in sanità, c’è tempo fino al 15 ottobre
“La conferenza stampa che, quotidianamente, annunciava il bollettino dei decessi e dei contagi durante la pandemia da Covid-19, nei periodi più critici dell’emergenza sanitaria, era tenuta da soli uomini. Eppure, dalle immagini ‘rubate’ sul campo, trasmesse in tv e sul web, era evidente che in prima linea erano le donne a preponderare”. Patrizia Ravaioli, Presidente di Donne Leader in Sanità, per raccontare la nascita del Premio “Leads- Alessandra Pederzoli”, che accende i fari sulle buone pratiche per rimuovere gli ostacoli alla leadership femminile in sanità, torna indietro nel tempo. “È con l’idea di abbattere questa differenza di genere che abbiamo istituto il Premio Leads, quest’anno giunto alla terza edizione”, aggiunge Ravaioli. Tuttavia, la percezione di allora non è molto diversa dalla realtà odierna: è donna il 64% del personale dipendente, circa il doppio degli uomini, ma solo il 18,2% ricopre ruoli di leadership.
Ma non è tutto. I dati dell’Osservatorio sull’equità di genere nella leadership in sanità, nato nel 2022 dalla collaborazione tra l’associazione Leads-Donne Leader in Sanità e Luiss Business School fotografano la situazione ancora più a fondo: il 25% dei direttori di struttura semplice è donna, come lo è solo il 19% di quella complessa. Nel settore privato, invece, la situazione è generalmente migliore rispetto al pubblico: nel 2011 il 41,8% degli occupati erano donne, nel 2021 il 43,9%. “Ogni anno – racconta Sara Vinciguerra, ideatrice e segretario del Premio – prima di bandire un nuovo concorso, mi chiedo se questo Premio sia davvero e, soprattutto, ancora necessario. Ed anche quest’anno la mia risposta è stata positiva”. Il Premio Leads offre un riconoscimento alle politiche che sono riuscite a far crescere la meritocrazia femminile, “sperando – aggiunge Vinciguerra – che tali esempi virtuosi possano essere non solo conosciuti e riconosciuti, ma soprattutto replicati”.
Tante le novità previste per il bando della terza edizione: “Quest’anno – spiega l’ideatrice del Premio – potranno candidarsi anche le società scientifiche, gli ordini professionali, le associazioni di categoria e sindacali, oltre agli enti pubblici e privati accreditati, i soggetti privati e il mondo del terzo settore. Sarà infatti interessante capire la sensibilità e i meccanismi in atto a riguardo, in quei soggetti che, da un lato promuovono e veicolano la ricerca nel nostro Paese e, dall’altro, sono gli attori della sanità di prossimità. Un’altra novità è quella di consentire la ricandidatura a chi ha già partecipato gli anni precedenti, qualora il progetto abbia nuove caratteristiche in grado di portare evidenze inedite, impatti più significativi o maggiori opportunità di replicabilità, in linea con i criteri del bando”.
“Sono, inoltre, onorata di coadiuvare una Giuria formata da personalità che operano nel campo della sanità, della comunicazione e dell’associazionismo: Luigi Bobba, Nunzia De Girolamo, Enrica Giorgetti, Mariella Mainolfi, Massimiliano Raponi, Walter Ricciardi, Fiorenza Sarzanini e con una importante new entry come Annamaria Colao. La giuria – continua Vinciguerra – sarà presieduta anche quest’anno dalla Prof.ssa Antonella Polimeni, Rettrice dell’Università la Sapienza di Roma, presenza capace di essere esempio e testimonianza anche per le più giovani, sottolineando l’importanza dei percorsi STEM per le donne”. Ed è proprio la Rettrice dell’Università romana, a sottolineare quanto il talento delle donne emerga già tra i banchi universitari: “Le donne si laureano prima e con voti migliori”, assicura la professoressa. Gli ostacoli si incontrano, poi, nel mondo del lavoro: “Le ‘quote rosa’ non possono essere l’elemento strutturale del cambiamento – continua la Prof.ssa Polimeni –. Per assicurare una parità di carriera tra gli uomini e le donne sono necessarie politiche che sostengano la maternità, la famiglia. Anche concretamente, ad esempio, attraverso la creazione di spazi di studio, di svago e per lo sport dedicati ai bambini nei diversi luoghi di lavoro. È altrettanto importante affiancare ad azioni concrete, gesti simbolici: il Premio ‘LEADS – Donne Leader in Sanità’, dedicato alla memoria di Alessandra Pederzoli, vuole valorizzare le azioni positive a sostegno della leadership al femminile e condividere le buone prassi che possono favorire la parità di genere nelle progressioni di carriera in sanità. Sono lieta di essere parte attiva di questo progetto – dice la Rettrice Polimeni – che ha l’ambizioso obiettivo di riconoscere il valore delle donne che operano nel settore sanitario, incoraggiando soprattutto le più giovani ad intraprendere una carriera in questo campo “.
A sostenere la manifestazione di presentazione del Premio anche il Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Maria Roccella: “La presenza delle donne nei ruoli apicali, in Sanità così come altrove, dovrebbe essere ‘scontata’ ed, invece, i dati ci raccontano di una realtà ben diversa, una realtà in cui le donne ai vertici sono ancora troppo poche. Tuttavia – aggiunge il Ministro – ritengo doveroso sottolineare un aspetto importante: le donne, oggi, hanno acquisito una maggiore consapevolezza rispetto alle proprie capacità e lottano per far valere i propri diritti di carriera. Un impegno che in sanità acquisisce un valore aggiunto se si considera che la cura è un concetto storicamente associato all’universo femminile. Per questo – sottolinea il Ministro Roccella – è giunto il momento che le donne ottengano il riconoscimento che meritano proprio attraverso il conferimento di ruoli apicali in Sanità”.
Anche la Dott.ssa Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie, si è soffermata sull’evoluzione del Sistema Sanitario Nazionale e sullo stato dell’arte del ruolo delle donne, non risparmiando nemmeno riferimenti autobiografici: donna, madre di tre figli, che a 38 ha raggiunto un ruolo apicale in Sanità. Non è mancato nemmeno il punto di vista sul Terzo Settore espresso da Luigi Bobba, membro della giuria e Presidente della Fondazione Terzjus ETS, Osservatorio di diritto del Terzo Settore, della Filantropia e dell’impresa sociale.
Per Patrizia Ravaioli, Presidente di Donne Leader in Sanità, la leadership femminile, non è un argomento che tocca solo l’equità di genere, ma investe anche il tessuto sociale delle società. “Nonostante gli sforzi fatti dal nostro Paese, il Global Gender Gap Report del World Economic Forum del 2023 ci posiziona al 79º posto su 146 paesi. Questo premio mette in luce l’obiettivo principale della nostra associazione: aumentare il numero di donne in posizioni di leadership nel settore del Healthcare, inteso in senso trasversale, dal sistema sanitario nazionale alle aziende private. Riteniamo – aggiunge – che sia fondamentale intervenire non solo a livello di infrastrutture e crescita, ma anche promuovere un cambiamento culturale per superare quei pregiudizi misogini inconsci che, talvolta, perfino le donne stesse possono avere. Con questo premio – conclude Ravaioli – vogliamo contribuire ad un cambiamento culturale nel settore, valorizzando le pratiche virtuose e promuovendo l’attrazione femminile verso posizioni di leadership. Leads si impegna fermamente a sostenere e promuovere questo cambiamento, affinché – conclude – l’equità di genere diventi una realtà concreta e non solo un obiettivo auspicato”.
Il premio si avvale anche di un Comitato d’Onore composto oltre alle co- presidenti, Lella Golfo e Alessia Mosca, da: Renato Balduzzi, Carolina Gianardi, Maurizia Iachino, Beatrice Lorenzin, Paola Mascaro e Maurizio Sacconi. Per candidarsi c’è tempo fino al 15 ottobre, tutte le info sul sito: Premio Leads | Donne Leader in Sanità (donneleaderinsanita.com).
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