Advocacy e Associazioni 1 Luglio 2024 12:16

Duchenne, dal CHMP nuovo parere negativo su ataluren. Parent Project APS: “Non ci arrendiamo”

L’unico farmaco finora sperimentato per i pazienti con distrofia muscolare di Duchenne (DMD) con mutazione nonsenso, l’ataluren, non ha passato l’esame del Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA)

Duchenne, dal CHMP nuovo parere negativo su ataluren. Parent Project APS: “Non ci arrendiamo”

Si affievoliscono sempre di più le speranze di cura per i pazienti affetti da distrofia muscolare di Duchenne (DMD) con mutazione nonsenso. L’unico farmaco finora sperimentato per rallentare la progressione di questa particolare forma della patologia, l’ataluren, infatti, non ha passato l’ennesimo esame del Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). Il CHMP ha raccomandato di non rinnovare l’autorizzazione condizionata per la sua immissione in commercio. “Questa decisione del CHMP lascia la comunità Duchenne molto amareggiata e sconfortata – commenta Fabio Amanti, responsabile delle Relazioni Istituzionali & Patient Advocacy Parent Project APS, in un’intervista a Sanità Informazione -. Ci sembra non siano state tenute in considerazione le indicazioni arrivate al CHMP dalla Commissione Europea. Per questo, aggiunge, faremo di tutto affinché questa decisione venga di nuovo fermata. Di certo, sarà necessario aprire un dialogo costruttivo con gli enti regolatori per fare in modo che per le patologie rare questi piccoli successi non vengano gettati al vento. Per i malati rari, per i quali non ci sono alternative terapeutiche, ogni piccolo rallentamento della progressione della patologia è molto importante, poiché si traduce in mantenimento della qualità della vita e durata della stessa”.

 

Gli antefatti

Purtroppo questo diniego allunga la lista di altri già precedentemente espressi: il CHMP aveva emesso un primo parere negativo sul rinnovo dell’autorizzazione alla commercializzazione dell’ataluren nel settembre 2023, confermato nel gennaio 2024 a seguito di un riesame richiesto dall’azienda che commercializza il farmaco. Lo scorso 20 maggio, la Commissione Europea aveva rinviato il parere negativo al CHMP su ataluren. Aveva, inoltre, chiesto al CHMP di includere, nel processo di nuova valutazione anche tutti i dati raccolti nei Registri Pazienti e i dati di vita reale. Nella stessa occasione, l’EMA aveva informato l’azienda che commercializza il farmaco della decisione di convocare un nuovo gruppo scientifico consultivo di neurologia (SAG) per ataluren.

Un nuovo “No”

Il CHMP, secondo quanto riportato nella notizia diffusa dall’EMA il 28 giugno, ha esaminato ulteriori dati in relazione al rinnovo dell’autorizzazione alla commercializzazione dell’ ataluren, insieme a tutte le evidenze disponibili sul farmaco. Questi dati aggiuntivi includevano i risultati di tre recenti pubblicazioni, le informazioni ricevute da genitori e caregiver, organizzazioni di pazienti, organizzazioni di operatori sanitari e medici, nonché segnalazioni di singoli pazienti trattati con ataluren. Inoltre, il CHMP ha preso in considerazione i pareri di un gruppo scientifico consultivo sulla neurologia. Il Comitato ha riconosciuto l’elevato bisogno medico insoddisfatto di un trattamento efficace per i pazienti affetti da questa malattia rara. Tuttavia, considerando tutte le evidenze disponibili, ha concluso che l’efficacia di ataluren non è stata confermata nei pazienti affetti da DMD con mutazione nonsenso. Se questa raccomandazione sarà confermata dalla Commissione Europea, il farmaco non sarà più autorizzato nell’Unione europea.

Le Associazioni dei pazienti

La rete delle associazioni di pazienti promotrici della campagna Buy Some Time aveva accolto con sollievo ed entusiasmo la decisione espressa a maggio, e guarda ora con forte preoccupazione a questo passo indietro. “Siamo confusi e attoniti e avremo bisogno di qualche giorno per approfondire meglio la situazione – spiega Filippo Buccella, fondatore di Parent Project aps -. Ad un primo sguardo, ci sembra che sia stata disattesa la raccomandazione della Commissione Europea. La nostra prima priorità è che la voce degli 800 pazienti che assumono ataluren in Europa sia ascoltata. Siamo disposti a fare tutto ciò che è in nostro potere perché la decisione finale tenga conto dei dati di vita reale della comunità Duchenne”. Marco Rasconi, presidente nazionale dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare -UILDM esprime “profonda tristezza, perché è in gioco il futuro dei nostri bambini. Per noi è fondamentale guadagnare tempo, quel tempo che ci viene tolto da una malattia come la distrofia di Duchenne, che non perdona. Quel tempo in più che significa mantenimento dell’autonomia personale dei nostri figli, vuol dire serenità, vuol dire speranza. Non ci rassegniamo. Chiediamo a EMA di darci più tempo, chiediamo che possa essere fatta una rivalutazione di questo farmaco. Sappiamo che ataluren non è la risposta definitiva, ma è una possibilità in più per i nostri bambini, in attesa di trovare una cura a questa malattia”.

Trovare procedure che garantiscano la sicurezza del trattamento

“La decisione di EMA viene alla fine di un lungo percorso che ha tenuto conto di quanto presentato dalla Pharma e degli end point normalmente valutati a termini di legge e prassi – commenta Annalisa Scopinaro, presidente di UNIAMO-Federazione Italiana Malattie Rare -. Il caso ataluren evidenzia che proprio questi ultimi debbano essere calibrati e definiti con criteri che tengano conto delle necessità delle malattie rare e anche della loro scarsa numerosità. Occorre implementare già nei dossier la raccolta di PROMs e PREMs e valutarli nel complesso delle evidenze scientifiche. Occorre uno sforzo comune fra tutti gli attori in gioco, ognuno per le proprie responsabilità, per trovare procedure che garantiscano la sicurezza del trattamento, la valutazione di aspetti normalmente non presi in considerazione, ovviamente quando vi siano evidenze scientifiche in proposito, e la sua reale efficacia raccogliendo anche real world data, in maniera sistematica e completa. Il nostro auspicio è che per le persone attualmente in trattamento possa essere trovata una soluzione ponte che non le lasci completamente scoperte”.

La campagna

Dopo il primo parere negativo espresso a settembre 2023, le associazioni di pazienti, iniziando da Parent Project aps, che riunisce persone e famiglie che convivono con la distrofia muscolare di Duchenne, si sono mobilitate.  Secondo le famiglie, dopo anni di utilizzo efficace, ataluren è un farmaco sicuro e facile da usare con i bambini. Il rallentamento della progressione della patologia è comunemente osservato e spesso supera le aspettative, anche nei pazienti più gravemente colpiti. I resoconti delle famiglie sono in linea con i dati pubblicati dal registro STRIDE, che offre un’opportunità  unica di osservare direttamente i benefici a lungo termine di ataluren in termini di ritardo nella perdita della deambulazione. Per dare voce ai pazienti è nata Buy Some Time, una campagna che riunisce le associazioni, le famiglie ed i pazienti di tutta Europa sotto un unico claim, insieme ad una petizione su Change.org che ha raccolto più di 15.000 firme. Dopo il secondo parere negativo la scelta, dunque, è stata quella di fare appello alla Commissione Europea. Così Parent Project aps, UILDM-Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare e UNIAMO-Federazione Italiana Malattie Rare, hanno scritto una lettera alla Commissione Europea e all’EMA per chiedere di rivedere la decisione.

I clinici

Anche i responsabili dei Network clinici dell’assistenza primaria per la distrofia muscolare di Duchenne (DMD) in Italia, tramite l’Associazione Italiana Miologia (AIM) molti altri paesi, si sono mobilitati per esprimere il loro sostegno al mantenimento ataluren) come opzione medica nell’Unione Europea e hanno chiesto di sospendere la decisione sul mancato rinnovo dell’autorizzazione condizionata. Il Prof. Giacomo Comi, presidente di AIM, sottolinea come “la decisione di CHMP non sembra considerare l’insieme dell’evidenza, inclusa la differenza nell’età di perdita della deambulazione indipendente osservata nelle coorti prospettiche italiana ed inglese trattate con Translarna™. Attendiamo la decisione della Commissione Europea e nel contempo continuiamo ad estendere gli studi clinici sulla Distrofia Muscolare di Duchenne”.
“La decisione del CHMP sottolinea le difficoltà di giudicare studi clinici in malattie rare usando criteri utilizzati per malattie più comuni- aggiunge il Prof. Eugenio Mercuri del Policlinico Gemelli -. La poca attenzione nei confronti dei risultati dei registri, fortemente sostenuti dalla comunità Duchenne e dai clinici, offre un ulteriore elemento di preoccupazione”

La posizione dell’industria farmaceutica

L’azienda che commercializza il farmaco, PTC Therapeutics, ha dichiarato in un comunicato stampa che intende chiedere il riesame del parere: ha espresso delusione per il parere espresso, nonostante la richiesta della Commissione Europea di considerare la totalità delle evidenze, comprese quelle del mondo reale di STRIDE. Come riportato nel comunicato, il CEO Matthew B. Klein sottolinea che il gruppo scientifico consultivo convocato nell’ambito di questa più recente procedura di revisione ha concluso che le evidenze di efficacia significativa fornite da STRIDE “non dovrebbero essere ignorate”, un parere coerente con quello dei principali opinion leader nella DMD di tutto il mondo. L’azienda chiederà, quindi, di riesaminare il parere del CHMP per mantenere la disponibilità di ataluren sul mercato il più a lungo possibile per i ragazzi e i giovani uomini affetti da DMD.

 

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