Advocacy e Associazioni 22 Gennaio 2025 13:45

Fibromialgia: reumatologi CREI al Senato chiedono esenzione per i pazienti

Il Collegio dei Reumatologi italiani (CREI) chiedono il riconoscimento ufficiale della fibromialgia come “patologia meritevole di esenzione di partecipazione alla spesa sanitaria”

Fibromialgia: reumatologi CREI al Senato chiedono esenzione per i pazienti

“Il riconoscimento ufficiale della fibromialgia come patologia meritevole di esenzione di partecipazione alla spesa sanitaria”. Questa è la proposta avanzata dal Collegio dei Reumatologi italiani (CREI) nel corso di una serie di audizioni istituzionali presso la Commissione Affari sociali e sanità del Senato sull’insieme di Ddl dei parlamentari allo scopo di definire “Disposizioni per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante”. Una patologia, evidenzia Crescenzio Bentivenga, coordinatore esecutivo Crei, il cui “sintomo cardine è il dolore, che funesta con drammatica quotidianità la vita dei pazienti fibromialgici”.

Il dolore è estremamente invalidante nei pazienti con fibromialgia

“L’aspettativa di vita di tali pazienti non risulta ridotta – afferma Bentivenga – ma il dolore ne avvelena ogni istante tanto da risultare estremamente invalidante: lo stato di salute generale e la vita sociale, lavorativa e di relazione in alcuni casi risultano severamente compromessi”. Lo specialista più attrezzato nel trattare la patologia, ricorda Bentivenga, risulta il reumatologo, che si avvale della collaborazione di altri professionisti quali psicologi, fisioterapisti e nutrizionisti. Per il coordinatore esecutivo è urgente “poter garantire ai Reumatologi la possibilità di prendere correttamente in carico questi pazienti, garantendo specialisti di supporto psicologico e neurologico, ma anche strutture adeguate.

I reumatologi chiedono un riconoscimento ufficiale

“I reumatologi italiani – sottolinea Bentivenga – auspicano un riconoscimento del loro ruolo centrale e imprescindibile nell’assessment e nel management di tale complessa patologia, avvalendosi nel caso di specialisti in ambulatori dedicati ai casi di più difficile gestione”. E conclude: “Tutto ciò comporterebbe un miglioramento della diagnosi e cura di tali pazienti con una riduzione di accessi e ospedalizzazioni non congrue o inappropriate”.

 

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