Già operativo a Milano il progetto sarà ora esteso anche nella Capitale con un elemento di novità: un approccio integrato che coinvolge diverse professionalità e settori, dalla scuola ai servizi sociosanitari, dalle forze dell’ordine alle comunità migranti e alle Community trainer e mediatrici linguistico-culturali
“Vogliamo promuovere, sistematizzare e diffondere in quattro paesi Paesi europei le misure di prevenzione, protezione e sostegno per le donne e ragazze che hanno subito o sono a rischio delle mutilazioni genitali femminili (MGF) e dei matrimoni precoci e forzati (MPF)”. È con queste parole che ActionAid descrive il progetto ‘Join our chain‘ che, già operativo a Milano, sarà ora esteso anche alla città di Roma. Nella Capitale l’iniziativa sarà avviata con un “elemento di novità – spiegano i promotori – rappresentato dall’approccio integrato che coinvolge diverse professionalità e settori: dalla scuola ai servizi sociosanitari, dalle forze dell’ordine alle comunità migranti e alle Community trainer e mediatrici linguistico-culturali, figure chiave per il per le attività di sensibilizzazione e supporto all’interno delle comunità interessate da queste pratiche sul territorio di Roma”.
“Nonostante la crescente consapevolezza e le condanne internazionali, queste pratiche – afferma la vice segretaria generale di ActioAid Italia, Katia Scannavini, – continuano a rappresentare una grave violazione dei diritti umani, derivanti da disuguaglianze di genere prodotte da sistemi sociali, culturali e normativi di stampo patriarcale. Questo modello di intervento intende fornire una risposta concreta e coordinata alla lotta contro le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci e forzati. Offre conoscenze e strumenti per proteggere i diritti di bambine, ragazze e donne a Roma, valorizzando i saperi e le pratiche delle realtà territoriali attive in diversi ambiti”.
Le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci e forzati sono gravi violazioni dei diritti umani contro ragazze e donne. “Si tratta di gravi forme di violenza di genere che sono causa e conseguenza delle disuguaglianze di genere, che controllano e limitano la sessualità femminile, che violano i diritti sessuali e riproduttivi di ragazze e donne – spiega ActionAid – . Le mutilazioni genitali femminili vengono solitamente praticate su bambine di età compresa tra 0 e 15 anni, mentre i matrimoni precoci e forzati colpiscono principalmente donne e ragazze adolescenti. Entrambe le pratiche sono profondamente radicate nelle culture e tradizioni locali di molte società, in particolare nell’Africa subsahariana, in Medio Oriente e nel sud-est asiatico. Pochi i dati ufficiali disponibili a livello europeo, si stima tuttavia che siano centinaia di migliaia le donne e le ragazze sopravvissute a MGF e altre decine di migliaia a rischio di MPF, in particolare dove sono presenti grandi comunità di diaspora e migranti”.
In base ai dati più recenti che risalgono al 2019, in Italia vivono circa 87.600 donne che hanno subito mutilazioni genitali, con un numero significativo di casi concentrati nelle comunità di migranti nigeriane, etiopi ed egiziane. Secondo le recenti stime Unicef, nel mondo circa 230 milioni di ragazze e donne hanno subito mutilazioni genitali femminili – un aumento del 15 per cento rispetto ai dati 2016 – mentre 650 milioni si sono sposate prima dei 18 anni – ma i dati ufficiali delineano solo parzialmente le dimensioni del fenomeno. ‘Join our Chain’ è co-finanziato dalla Commissione europea ed è realizzato da ActionAid Italia in quattro paesi Germania, Belgio, Irlanda e l’Italia, in particolare nei territori di Milano e Roma.
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