Oggi la 24esima edizione dell’Obesity Day, la campagna di sensibilizzazione e prevenzione sull’obesità promossa dal 2001da Adi: l’obiettivo di quest’anno è di contribuire a sensibilizzare i cittadini e gli operatori sanitari sulla correlazione tra obesità e cancro
“Cancro: tutto il peso dell’obesità! Scopri, comprendi, previeni”: è questo lo slogan della 24esima edizione dell’Obesity Day, la campagna di sensibilizzazione e prevenzione sull’obesità promossa dal 2001 da Adi, l’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica. L’obiettivo di quest’anno è di contribuire a sensibilizzare i cittadini e gli operatori sanitari sulla correlazione tra obesità e cancro. Tante le iniziative in programma, non solo nei centri Obesity Day di tutta Italia, ma anche online: sulla pagina Facebook @obesitydayadi ci saranno collegamenti in diretta con gli esperti, video testimonianze e consigli utili per affrontare e prevenire tale patologia. Un test online sul sito www.obesityday2024.it permetterà di scoprire se, con un corretto stile di vita, si possa ridurre il rischio di sviluppare un tumore.
“Almeno 13 diversi tipi di tumore sono direttamente correlati con l’obesità e la sedentarietà: tumori di endometrio, mammella, colon-retto, esofago, reni e vie renali, pancreas, stomaco, cardias, fegato, ovaio, cistifellea, tiroide, del meningioma e del mieloma multiplo. – spiegano gli esperti dell’Adi -. L’obesità ha ormai superato il fumo di sigaretta come principale fattore evitabile di tumori, molti altri sarebbero estremamente ridotti evitando la sedentarietà, ad esempio quelli della mammella. Anche se non sono l’unica causa dei tumori, obesità e sedentarietà alterano una grande varietà di risposte del nostro organismo favorendone la crescita. Esistono ormai decine di studi che dimostrano per numerosi tumori una correlazione tra esercizio, perdita di peso e riduzione del rischio”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’obesità come una “malattia cronica, progressiva e recidivante”, una condizione spesso accompagnata da sottovalutazione e da stigma e colpevolizzazione verso chi ne soffre. Colpisce oltre un miliardo di persone nel mondo, sei milioni (il 12% della popolazione) solo in Italia, con altre 25 milioni di persone che sono in sovrappeso. Sovrappeso e obesità rappresentano la quinta causa di morti globali e almeno 2,8 milioni di adulti muoiono ogni anno a causa di questa patologia. Nonostante ciò, nel nostro Paese, l’obesità non è riconosciuta dal servizio sanitario nazionale come malattia cronica non trasmissibile a sé stante, anche se è in corso l’iter parlamentare finalizzato al riconoscimento.
“Nonostante i passi in avanti degli ultimi anni, l’obesità resta per i professionisti e i sistemi sanitari una condizione molto complessa da affrontare, con carenze culturali e assistenziali importanti, dovute alla sua multifattorialità, al suo decorso cronico e progressivo, alle molte complicanze cliniche associate e, in ultima analisi, alla difficoltà nell’ottenere risultati duraturi nella riduzione del peso corporeo”, spiega Rocco Barazzoni, presidente della Società Italiana di Obesità (Sio). Perdere peso, infatti, per le persone con obesità è tutt’altro che semplice. L’eccesso di peso è influenzato da diversi fattori: biologici, genetici e ambientali. Per questo le modifiche dello stile di vita non sempre sono sufficienti a produrre risultati che migliorino la salute nel lungo termine. “La perdita di peso, inoltre, solo poche volte viene mantenuta nel lungo periodo. Questo in parte perché, quando una persona riduce l’introito calorico per perdere peso, il corpo può aumentare la produzione degli ormoni che regolano la fame e il desiderio di cibo producendo un circolo vizioso che – conclude lo specialista – si autoalimenta”.
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