Scuotere un neonato per cercare di calmare il suo pianto inconsolabile non è la soluzione giusta. Anzi è un’azione assolutamente da evitare: lo scuotimento, soprattutto se violento, può causare una forma di trauma cerebrale che in un caso su quattro porta al coma o alla morte. Si tratta della Sindrome del Bambino Scosso (Shaken Baby Syndrome) che, seppur diffusa, è oggi ancora troppo poco conosciuta. Così, per sensibilizzare tutta la cittadinanza sui rischi collegati alla Sindrome, il 5, 6 e 7 aprile tornano le Giornate nazionali di prevenzione: gli infopoint della campagna di Terre des Hommes ‘NONSCUOTERLO!’, nata per spiegare cos’è la Shaken Baby Syndrom e come prevenirla, saranno allestiti in 70 città di 18 regioni italiane (l’elenco aggiornato degli Infopoint e di tutte le città coinvolte è su nonscuoterlo.it).
“La Sindrome del Bambino Scosso è una forma di maltrattamento infantile spesso inconsapevole, che può derivare dalla scarsa informazione e totale inconsapevolezza delle drammatiche conseguenze che, la perdita di controllo, anche solo per pochi secondi, può avere sul neonato. Non sempre quindi è frutto di una reale intenzione di nuocere al bambino. – spiega Federica Giannotta, Responsabile Advocacy e Programmi Italia di Terre des Hommes –. Per questo può essere facilmente evitata con una corretta informazione e formazione dei genitori e di chiunque altro si prenda cura del bambino. È importante illustrare quali comportamenti non vanno mai adottati per cercare di calmare il pianto del neonato e che, se si sente di stare perdendo il controllo, piuttosto che incorrere in comportamenti dannosi, può essere utile allontanarsi un breve istante dal bambino, lasciandolo in un luogo sicuro, recuperare un proprio equilibro e chiedere aiuto”.
I più colpiti da questa forma di trauma cerebrale sono i bambini tra le due settimane e i sei mesi di vita, periodo di massima intensità del pianto del lattante, che può assumere caratteristiche tali da portare il genitore o chi si prende cura del bambino a reagire in maniera incontrollata e violenta, scuotendo il lattante. In un caso su quattro questo gesto può causare il coma o la morte del neonato, ma molti altri sono gli effetti devastanti che pochi secondi di scuotimento possono provocare, compromettendo per sempre il futuro e la crescita del bambino: danni cerebrali, problemi alla vista o all’udito, disturbi comportamentali o di coordinazione motoria. È quanto emerge dalla “Prima indagine sui casi di bambini e bambine vittime di Shaken Baby Syndrome in Italia“, realizzata da Terre des Hommes con la Rete Ospedaliera contro il Maltrattamento Infantile.
Il ruolo di pediatri e operatori di pronto soccorso è fondamentale per riconoscere e prevenire i casi di Shaken Baby Syndrome. In un caso su tre di quelli analizzati nell’indagine di Terre des Hommes, infatti, i bambini colpiti da questa sindrome erano stati già condotti in Pronto Soccorso e presentavano altri segni di maltrattamento. Come SIMEUP siamo in prima linea da anni per sensibilizzare sul tema della Sindrome del Bambino Scosso – aggiunge Stefania Zampogna, Presidente della Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica -. È fondamentale che genitori, caregiver e operatori sanitari riconoscano i segnali di rischio e comprendano quanto sia importante intervenire con consapevolezza. La prevenzione passa dalla formazione e dalla vicinanza alle famiglie, soprattutto nei momenti di maggiore fragilità”.
Per l’occasione anche il grattacielo Pirelli a Milano, la Mole Antonelliana a Torino e l’Istituto degli Innocenti di Firenze, verranno illuminati con i colori e il simbolo della campagna nella sera del 6 aprile. L’iniziativa è organizzata dalla Fondazione Terre des Hommes e SIMEUP (Società italiana di medicina di emergenza e pediatria), con ANPAS (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), nonché con la Rete Ospedaliera per la Prevenzione del Maltrattamento Infantile.
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