Advocacy e Associazioni 9 Settembre 2024 13:48

Sla e disfagia, le ricette ‘Sapori legami autonomia’ per ritrovare gusto

Nella giornata nazionale Sclerosi laterale amiotrofica, l’iniziativa di Aisla Slafood e Zambon Italia con chef e Centri clinici Nemo

Sla e disfagia, le ricette ‘Sapori legami autonomia’ per ritrovare gusto

Tre persone su quattro con sclerosi laterale amiotrofica (Sla) soffrono di disfagia. Questa difficoltà a deglutire rende i pasti molto faticosi per il 66% dei pazienti, fa passare l’appetito al 53% e la voglia di mangiare in compagnia al 66%. È questa la fotografia scattata dall’indagine sui pazienti italiani con Sla realizzata da Iqvia Italia, sulle difficoltà quotidiane legate all’alimentazione, oltre all’impatto psicologico e sociale della disfagia. Nasce così ‘Sapori. Legami. Autonomia’, una selezione di ricette promossa da Aisla (Associazione italiana sclerosi alterale amiotrofica) Slafood e Zambon Italia. Lo speciale menù, disponibile sul sito di Slafood, in occasione della Giornata nazionale Sla che si celebra il 14 e 15 settembre, è stato pensato appositamente per i pazienti e i caregiver dagli chef Cristian Benvenuto, Roberto Carcangiu e Roberto Valbuzzi, con la supervisione scientifica della sede milanese dei Centri Clinici Nemo. Dalla parmigiana a consistenza modificata fino al fresco abbinamento tra gamberi e melone passando per la crema di carote e salsa al kefir, la selezione di trte ricette ha l’obiettivo di restituire ai 6mila pazienti italiani la gioia di condividere un pasto con la propria famiglia.

Sla e disfagia

La disfagia tende a comparire nelle prime fasi della malattia, ne soffre il 38% dei pazienti nel primo anno, e a peggiorare gradualmente nel tempo (53%). Finisce così per avere un forte impatto psicologico e sociale: alimenta pessimismo e sfiducia (69%), fa sentire stanchi e privi di energia (53%), cancellando anche il valore conviviale del cibo. “Dopo la diagnosi – racconta Davide Rafanelli, presidente di Slafood e Consigliere nazionale Aisla Aps – ho provato sulla mia pelle cosa significa essere costretti a rinunciare ad un buon pasto mangiato insieme ai propri cari. Così ho deciso di mettere al servizio di tutta la comunità Sla italiana le mie competenze culinarie e di lavorare insieme con alcuni degli chef più talentuosi del nostro Paese per creare delle ricette dalla consistenza modificata, specifiche per le persone con Sla. Così è nato anche questo speciale menù: tre piatti, facili e sicuri da realizzare, che vogliono aiutare i pazienti a ritrovare la gioia di mangiare in compagnia e di gustare appieno ogni momento della propria giornata”.

Un lavoro di equilibrio

Del resto,“il valore del cibo – aggiunge Roberto Valbuzzi, Chef patron Crotto Valtellina – non è legato solo al gusto, ma anche a ciò che simboleggia da un punto di vista sociale e culturale: pensiamo, ad esempio, al significato che in Italia ha il pranzo della domenica, insieme con la propria famiglia o il cenone delle feste. Così, queste ricette vogliono aiutare le persone con Sla a preservare – grazie alla buona cucina – i legami con i propri cari e quindi anche la dimensione sociale della vita”. È un lavoro di equilibrio. “Quando siamo chiamati ad individuare la dieta più corretta per una persona con Sla – spiega Giorgio Calabrese, docente di Alimentazione e nutrizione umana all’Università del Piemonte Orientale e membro della Commissione medico scientifica di Aisla – ci scontriamo con diversi ostacoli: dobbiamo bilanciare tutti i nutrienti necessari al corpo umano, analizzare il metabolismo, la componente ormonale e la capacità neuromuscolare, senza dimenticare l’aspetto sociale e di appagamento del cibo. Infatti, un’alimentazione corretta e, allo stesso tempo, invitante può migliorare la qualità di vita dei pazienti, contribuendo a mantenere una buona forza muscolare, a prevenire la disidratazione e la malnutrizione”.

L’importanza della presa in carico nutrizionale nella Sla

La selezione di ricette ‘Sapori. Legami. Autonomia’ rappresenta solo la prima tappa di un percorso promosso dal Centro clinico Nemo di Milano in collaborazione con Aisla e Slafood per alzare i riflettori sull’importanza della presa in carico nutrizionale nella Sla. “L’esperienza clinica sulla Sla – sottolinea Federica Cerri, medico neurologo, referente area Sla Centro Nemo di Milano e membro Commissione medico scientifica di Aisla – ci dice quanto l’alimentazione sia sempre di più uno degli aspetti cruciali nel gestire la progressione della malattia Per questo, con Slafood e Aisla, abbiamo avviato un percorso dedicato, che si basa sulle evidenze cliniche, e che si concretizzerà nei prossimi mesi in un appuntamento formativo per gli operatori del settore e i caregiver organizzato in partnership con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo che porterà a un manuale pratico su Sla e alimentazione”.

Le conseguenze della Sla

La Sclerosi Laterale Amiotrofica è una malattia neurodegenerativa rara e progressiva che porta alla perdita di forza muscolare e al blocco dei muscoli, senza impattare sulle funzioni cognitive e sensoriali2 “La Sla stravolge la vita della persona e della sua famiglia – rimarca Rossella Balsamo, Medical Affairs & Regulatory Zambon Italia e Svizzera -. Alle conseguenze sul fisico si aggiunge la graduale perdita dell’autonomia e delle occasioni di socialità. In linea con la nostra vision ‘Innovating cure & care to make patients’ lives better’ vogliamo migliorare la vita dei pazienti tramite l’innovazione scientifica, ma anche con strumenti capaci di rispondere ai loro bisogni psico-sociali. Su queste basi abbiamo deciso di supportare la divulgazione di questo menù che vuole aiutare le persone con Sla a non rinunciare al piacere dei sapori, a beneficiare della convivialità e a sentirsi – conclude – più autonomi nella vita di tutti i giorni”.

 

 

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