Il presidente SIS 118: «Chi ne è vittima si sente completamente sfinito. Tra i sintomi: cefalea persistente, accompagnata da nausea, vomito, diarrea, con una perdita significativa di liquidi ed elettroliti. Per le forme che non vengono trattate tempestivamente la mortalità sale fino all’80%»
L’estate 2022 potrebbe essere tra le stagioni più calde di sempre, con temperature superiori alle medie stagionali su buona parte sia dell’Italia, che dell’Europa. A preannunciarlo, già due mesi fa, è stato l’ECMWF, il Centro europeo per le previsioni meteorologiche, mettendo in allerta soprattutto le fasce più fragili della popolazione.
«Le elevate temperature possono essere una vera e propria minaccia per il nostro organismo – avverte Mario Balzanelli, presidente della Società Italiana Sistema (SIS) 118 -. Nel migliore dei casi rappresentano comunque uno stress, dal quale il nostro organismo non sempre riesce a difendersi, soprattutto se le temperature aumentano di molti gradi da un giorno all’altro. Di solito, infatti, per non accusare eccessivamente il colpo, avremmo bisogno di almeno 7-10 giorni per adattarci ad al caldo».
A causa di temperature molto elevate, e a seconda del grado di difficoltà con cui il nostro corpo vi si adatta, possono insorgere patologie di maggiore o minore entità. «Si va dai crampi da calore, che si localizzano prevalentemente all’altezza dei polpacci o delle cosce, al calo della pressione arteriosa, alle tetanie (come spasmi muscolari), fino alla sincope, ovvero la perdita dei sensi», spiega Balzanelli.
Il quadro si complica ulteriormente di fronte al cosiddetto esaurimento da calore. «Chi ne è vittima si sente completamente sfinito. Di solito ha anche una cefalea persistente, accompagnata da nausea, vomito e, talvolta, diarrea. La temperatura cutanea raramente superare i 40 gradi, ma si manifesta una perdita significativa di liquidi ed elettroliti, che vanno necessariamente e tempestivamente reintegrati. In questi casi – sottolinea il presidente SIS 118 – la mortalità oscilla dal 10% (per le forme che vengono trattate tempestivamente) all’80% (laddove il colpo di calore non venga riconosciuto in tempo e quindi trattato)».
Scopri se puoi aderire all’Azione Legale Collettiva e unisciti a noi. Ti aiutiamo a ottenere un risarcimento per gli anni in cui hai vissuto in città inquinate.
Il colpo di calore può essere correlato all’esercizio fisico, ma anche manifestarsi quando il soggetto non sta compiendo alcuna attività motoria. «In situazioni di elevata gravità la vita è realmente in pericolo: c’è una disfunzione multiorganica e multisistemica, con un coinvolgimento del sistema nervoso centrale, tanto che possono comparire convulsioni, spesso precedute da stati deliranti e confusionali. Nei casi più estremi il soggetto può anche andare in coma», commenta Balzanelli.
La cessazione della sudorazione è uno dei principali campanelli di allarme: «Se posizionando una mano sotto l’ascella dell’individuo colto da malore si percepisce la totale assenza di sudore, ovvero l’anidrosi, non c’è tempo da perdere. La mancanza di sudorazione indica che la persona si trova in una condizione di paralisi funzionale dell’organismo: il suo corpo non riesce più a scambiare il calore con l’ambiente esterno. Si tratta di una situazione gravissima – sottolinea lo specialista – in cui è necessario attivarsi immediatamente sia chiamando il 118, che compiendo alcune manovre di primo soccorso, in attesa del medico e del personale sanitario».
La prima cosa da fare è spostare il paziente in un luogo fresco e ventilato, per poi procedere alle manovre di raffreddamento, il cosiddetto cooling. «Questo processo deve durare circa 20 munti – dice il presidente del SIS 118 -. Se si ha a disposizione una vasca con acqua a temperatura ambiente allora sarà molto utile immergervi l’individuo colto da malore, lasciando fuori solo il capo. In alternativa, trovare delle fonti di freddo, da bottiglie d’acqua a sacchetti di ghiaccio, da posizionare in zone strategiche come l’inguine, le ascelle, i due lati del collo e il capo».
Attenzione ai farmaci. «Tutti coloro che seguono delle terapie farmacologiche devono rimodulare il dosaggio, sotto stretto controllo medico, in base alla stagione in corso – aggiunge Balzanelli -. Medicinali per la regolazione della pressione arteriosa o i diuretici sono solo due esempi dei trattamenti che devono essere modificati durante l’estate».
Ci sono poi consigli validi per tutti, che si tratti di persone fragili o in perfetta salute. «Evitare di esporsi al sole nelle ore calde, coprirsi il capo con un cappello, preferibilmente bianco, bagnare la testa, in particolare la nuca, mangiare poco e spesso e non bere alcolici», dice lo specialista. Idratarsi è fondamentale, ma l’acqua non basta. Si possono scegliere delle bevande ricche di sali minerali in commercio, oppure optare per il fai da te: «Un litro d’acqua, 4-5 cucchiai di zucchero, un cucchiaino di sale, 5-6 limoni spremuti. È un vero toccasana. Provare per credere», assicura Balzanelli.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato