Ambiente 29 Maggio 2024 11:34

Inquinamento acustico e smog, esposizione precoce aumenta depressione e ansia

L’esposizione all’inquinamento atmosferico e acustico durante la gravidanza e nei primi anni di vita aumenta il rischio di sviluppare tre comuni problemi di salute mentale, quali esperienze psicotiche, depressione e ansia, dall’adolescenza alla giovane età adulta. A scoprirlo uno studio pubblicato su JAMA Network Open

Inquinamento acustico e smog, esposizione precoce aumenta depressione e ansia

L’esposizione all’inquinamento atmosferico e acustico durante la gravidanza e nei primi anni di vita aumenta il rischio di sviluppare tre comuni problemi di salute mentale, quali esperienze psicotiche, depressione e ansia, dall’adolescenza alla giovane età adulta. A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori dell’Università di Bristol in uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Network Open. Stando ai risultati, l’inquinamento acustico e atmosferico comporta il rilascio di “ormoni dello stress“, l’aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, che possono anche portare a patologie croniche come quelle cardiovascolare, oltre che a depressione e disturbi d’ansia.

Il 20% della popolazione europea esposta a rumori nocivi

Lo studio evidenzia che il rumore ambientale, e in particolare quello da traffico stradale, rimane un grave problema per la salute e il benessere di milioni di persone in Europa. Il 20% della popolazione europea è esposto a lungo termine a livelli di rumore nocivi per la salute. Vale a dire più di 100 milioni di persone in Europa. I dati suggeriscono inoltre che gli obiettivi politici in materia di inquinamento acustico non sono stati raggiunti. In effetti, sulla base delle proiezioni dei ricercatori è improbabile che, in futuro, il numero di persone esposte al rumore diminuisca in misura sostanziale, a causa dell’aumento dell’urbanizzazione e della domanda di mobilità. Secondo l’AEA, l’esposizione a lungo termine al rumore può provocare una serie di effetti nocivi per la salute, tra cui irritabilità, disturbi del sonno, problemi a carico del sistema cardiovascolare e metabolico. nonché compromissione delle facoltà cognitive nei bambini.

Necessari intervento per ridurre l’esposizione all’inquinamento

Guardando ai dati attuali, l’AEA stima che il rumore ambientale contribuisca a causare 48mila nuovi casi di cardiopatie ischemiche l’anno, oltre a 12mila decessi prematuri. Secondo le stime, 22 milioni di persone soffrirebbero di elevata irritabilità cronica e 6,5 milioni di gravi disturbi cronici del sonno. Inoltre, il rumore degli aerei causerebbe una compromissione della capacità di lettura in 12.500 bambini in età scolare. Secondo le stime, sono molto più numerosi i decessi prematuri dovuti all’inquinamento atmosferico che al rumore. Tuttavia, l’inquinamento acustico sembra avere un impatto maggiore sugli indicatori relativi alla qualità della vita e al benessere psichico. In effetti, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il rumore è la seconda causa ambientale di problemi di salute, subito dopo l’inquinamento atmosferico da particolato. Per queste ragioni, i ricercatori ritengono siano necessari interventi per ridurre l’esposizione all’inquinamento atmosferico e acustico, così da migliorare la salute mentale della popolazione.

Le misure per affrontare le problematiche legate al rumore

In alcuni paesi, secondo i ricercatori, vi è ancora un’elevata percentuale di dati mancanti in termini di mappe acustiche e piani d’azione, il che non rende possibile valutare e affrontare adeguatamente i problemi causati dal rumore. Nell’Unione Europea i paesi, le regioni e le città stanno adottando una serie di misure per affrontare le problematiche legate al rumore, per esempio prediligendo asfalto a bassa rumorosità per le strade, montando pneumatici silenziosi sui mezzi pubblici, creando più infrastrutture per le auto elettriche nelle città e promuovendo una mobilità attiva come gli spostamenti a piedi o in bicicletta, la pedonalizzazione delle strade. Un numero notevole di città e regioni ha creato anche le cosiddette zone silenziose, dove le persone possono rifugiarsi dal rumore cittadino. Si tratta per lo più di spazi verdi, come parchi o riserve naturali. Molte di queste misure si sono dimostrate utili anche per ridurre l’inquinamento atmosferico. “Sono necessarie ulteriori analisi per fare ulteriore luce sulle cause sottostanti a queste associazioni”, concludono i ricercatori.

 

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