L’Italia, dopo Francia e Germania, è il paese con il più alto numero di decessi in Europa attribuibili all’inquinamento ambientale. Con azione Aria Pulita indennizzi fino a 300mila euro
«Con ben 60 mila morti premature attribuibili all’inquinamento ogni anno, l’Italia è il prossimo paese ad essere inondato di azioni legali in cui lo Stato dovrà risarcire i cittadini e rendere conto dei danni causati dallo smog, come sta accadendo in queste ore in Francia e in Germania», commenta Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi, in riferimento a una notizia di portata storica proveniente da Parigi: lo Stato francese è stato condannato per la prima volta a indennizzare vittime di smog per via del superamento della soglia di inquinamento nella regione di Parigi. I casi riguardano due bambini che hanno sofferto di bronchioliti e otiti ripetute nei primi due anni di vita e che vivono entrambi a meno di 1 km dal Boulevard Péripherique, il raccordo anulare che circonda la capitale francese.
La qualità dell’aria è motivo di preoccupazione anche in Italia, dove in molte città sono state superate più volte le limitazioni per le PM10 stabilite dall’Unione Europea (sentenza 10 novembre 2020, C 644/18), così come quelle raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per le PM2.5 e il NO2. Numerose analisi scientifiche evidenziano le conseguenze dell’inquinamento atmosferico, tra cui decessi prematuri, gravi malattie sin dalla nascita e problemi respiratori. Secondo Santé Publique France, in Francia sono attribuibili ogni anno 40.000 decessi alle polveri sottili, mentre l’Italia, dopo Francia e Germania, registra il più alto numero di morti legate all’inquinamento ambientale in Europa, con 59.641 decessi prematuri, secondo il recente rapporto Eionet ed Eea (2022).
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A differenza dell’azione legale in Francia, la causa ‘Aria Pulita’ condotta in Italia dal team legale di Consulcesi estende la possibilità a tutti, anche a coloro che non presentano danni alla salute dimostrabili, di reclamare il diritto a respirare aria salubre. Secondo Consulcesi sono 3.384 i comuni coinvolti nelle violazioni accertate dall’Europa, con oltre 40 milioni di residenti interessati. Secondo quanto riportato dal team legale, è possibile richiedere un risarcimento di 36.000 euro per ogni anno in cui si è risieduto nell’area in cui la Corte UE ha riconosciuto la violazione nel periodo 2008-2018, per un totale di oltre 300.000 euro. «Questa azione legale collettiva, non solo permetterà ai cittadini di tutelare il proprio diritto a respirare aria salubre ma anche di essere protagonisti di un cambiamento epocale perché ha lo scopo, oltre alla richiesta di risarcimento, di sollecitare l’attuazione di piani concreti per porre fine alle continue violazioni», aggiunge Tortorella.
Per partecipare alla causa, è sufficiente dimostrare di aver risieduto per almeno 1 anno nel periodo compreso tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti, per i quali la Corte di Giustizia Europea ha riconosciuto la violazione dei limiti. Per informazioni su come aderire alla causa collettiva, Consulcesi mette a disposizione il sito di Aria Pulita.
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