Lo scienziato svedese Tobias Alfvén ha parlato chiaro al Festival della Scienza Medicina 2022: le conseguenze dei cambiamenti climatici impatteranno sulle future generazioni rendendole più vulnerabili alle malattie, e lo stanno già facendo
È ufficiale: la salute delle future generazioni dovrà fare i conti con gli effetti dannosi del cambiamento climatico, specie quella dei soggetti più deboli come i bambini. Lo ha spiegato Tobias Alfvén, ricercatore senior nel Dipartimento di Salute Pubblica Globale del Karolinska Institutet al Festival della Scienza Medica 2022, a Bologna.
Il cambiamento climatico può avere effetti dannosi, diretti o indiretti, sulla salute e sul benessere degli individui, in particolar modo dei soggetti più deboli ovvero anziani e bambini. Le generazioni presenti e future di bambini fanno i conti e continueranno a farli con un carico di malattie effetto del cambiamento climatico.
«Gli impatti attuali e i rischi futuri dei cambiamenti causati dalle attività umane superano di gran lunga quelli di qualsiasi altra forza che ha trasformato l’ambiente terrestre nella storia recente – ha avvertito -. A partire dall’industrializzazione ad oggi si è registrato un aumento progressivo delle temperature: le proiezioni suggeriscono un aumento di 2°C o più nella temperatura media globale entro la fine di questo secolo, portando a cambiamenti cruciali nella geosfera, nella biosfera, nella criosfera, nell’idrosfera e nell’atmosfera della Terra, con gravi implicazioni per la salute umana e planetaria. In effetti, il cambiamento climatico influenzerà la salute dei bambini nati oggi per tutta la loro vita».
Il gas serra ha cambiato radicalmente il sistema terrestre e le sue emissioni si manifestano con un innalzamento delle temperature, un incremento dei volumi e della frequenza delle precipitazioni, l’aumento del livello del mare e della temuta insorgenza di eventi meteorologici estremi. A tutto ciò si somma l’aumento dell’inquinamento che influisce direttamente sull’aumento di malattie nei bambini e un maggiore rischio di mortalità.
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Nel mondo si contano:
«I bambini – spiega il prof. Tobias Alfvén – così come gli anziani, sono particolarmente esposti a fluttuazioni improvvise di temperatura, causa di colpi di calore, squilibrio elettrolitico, malattie associate ai reni, dissenteria (soprattutto nei paesi dell’Africa Subsahariana) e malattie respiratorie (conseguenza anche dell’aumento dell’inquinamento atmosferico) e infettive, ma anche di un aumento di infortuni non intenzionali che si verificano durante le ondate di calore».
L’aumento delle precipitazioni, sia nei livelli che nella frequenza, è connesso a traumi da inondazioni diretti, come lesioni e annegamenti, o indiretti come infezioni malariche o problemi respiratori. Il suo contrario, la siccità e l’aumento della temperatura, portano invece a disagi respiratori, infezioni, disagi nella salute mentale e denutrizione dovuta alle conseguenze della siccità. I cambiamenti climatici estremi, secondo una serie di studi, portano a nascite premature e a feti con deficit di crescita.
«La ricerca – ha concluso l’esperto – ci mostra che il cambiamento climatico può agire in vari modi per influenzare la salute dei bambini. Occorrono ulteriori studi per approfondire la correlazione esistente tra gli effetti del cambiamento climatico e la salute della popolazione, soprattutto in età infantile, e quali sono i costi e i benefici della mitigazione dell’adattamento. I nostri figli vivranno in un mondo in cui l’aumento della temperatura sarà di 2,5° C se non facciamo niente, i nostri nipoti subiranno più di 4° C di aumento medio. Dobbiamo intervenire con azioni trasformative immediate. Solo così i nostri bambini potranno godere dei benefici del nostro intervento per contenere gli effetti del cambiamento climatico».
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