One Health 4 Novembre 2022 16:23

Lo smog raddoppia il rischio di sviluppare tumori testa-collo

In Italia ogni anno dieci mila nuovi casi. Bondi (IRCCS Candiolo Torino): «Studi internazionali hanno dimostrato che nelle città dove la circolazione dei veicoli diesel è più alta l’incidenza dei tumori su cavo orale, faringe e laringe è maggiore. Diagnosi precoce e cure in centri specialistici riducono la mortalità»

Lo smog raddoppia il rischio di sviluppare tumori testa-collo

L’inquinamento atmosferico ha una incidenza significativa sul rischio di sviluppare tumori testa collo che comprendono cavo orale, lingua, laringe e corde vocali, ghiandole salivari, cavità nasali e seni paranasali. Oltre ai ben noti fumo, alcol e virus HPV, occorre aggiungere anche lo smog responsabile, secondo recenti studi internazionali, addirittura di raddoppiare i fattori di rischio. A lanciare l’allarme è Stefano Bondi, direttore dell’unità operativa di otorinolaringoiatra dell’IRCCS Candiolo di Torino.

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«L’inquinamento dal 2010 è attenzionato in riferimento al tumore del polmone e si è visto che ci sono alcune sostanze riferite alle polveri sottili, come PM10 e PM2,5 che l’AIRC, agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, classifica dal 2013 come potenzialmente cancerogene. Nulla a che vedere con il rischio scatenato dal fumo di sigaretta, ma non irrilevante se si pensa che all’inquinamento sono esposti anche i bambini in tenera età e può generare uno stato infiammatorio».

I danni del diesel su cavo orale, faringe e laringe

Ad avvalorare la tesi di un legame presente tra smog e tumori testa collo lo studio americano della Rush University Medical Center presentato lo scorso mese di ottobre al Meeting annuale dell’American Head and Neck Society secondo cui vivere in aree con elevati livelli di inquinamento atmosferico, rappresenta un fattore di rischio maggiore per alcuni tipi di tumore testa-collo, in particolare per il cancro del cavo orale, della laringe e della faringe «lo studio realizzato  nello stato dell’Illinois tra il 2014 e il 2018 ha messo in relazione i dati di inquinamento del territorio utilizzando le mappe dell’agenzia per la protezione ambientale americana con il domicilio di coloro che hanno sviluppato un tumore testa collo e si è visto che il rischio  aumenta di due volte e mezzo nelle zone con più alti livelli  di particolato diesel sprigionato in gran parte dal traffico di mezzi pesanti – puntualizza Bondi -. In particolare, è emerso un incremento del tumore del cavo orale e faringe in persone con età superiore ai 65 anni che vivono vicino a porti e grandi stazioni. Non si tratta del primo studio sull’argomento, infatti uno studio tedesco del 2018 fatto in Sassonia su due milioni di persone esposte ad alti livelli di inquinamento, aveva già evidenziato un aumento del rischio relativo nella misura del 53% per lo sviluppo di tumore di bocca e gola. Esiste dunque una chiara correlazione tra inquinamento e tumori testa collo che non deve essere trascurato e che continua ad aumentare nel momento in cui va ad impattare con fumo, alcol e virus Hpv».

In Italia 10 mila nuovi casi ogni anno. Più rischi al nord

In Italia si registrano ogni anno diecimila nuovi casi. Sono 57.900 le persone con diagnosi di tumore testa collo, con una incidenza maggiore negli uomini, (36.100) rispetto alle donne (21.800) e si confermano più frequenti nella fascia di età over 65. «La patologia è più diffusa al nord e tende a colpire con maggiore frequenza gli uomini, con una incidenza due o tre volte superiore rispetto alle donne e aumenta con il passare dell’età, anche se il delta tra uomo e donna si sta riducendo a causa degli stili di vita che stanno cambiando. Oggi più donne fumano e consumano alcolici e questo spiega la crescente incidenza di tumori testa collo fra le donne – analizza il direttore dell’unità operativa di otorinolaringoiatra di Candiolo -. La prevenzione da fare è: ridurre il consumo di alcolici, smettere di fumare e abbattere l’inquinamento atmosferico che ha un ruolo causativo. Pertanto, le misure che si stanno prendendo nelle varie città per contrastare la circolazione dei diesel sono fatte proprio nell’ottica di salvaguardare la salute pubblica anche in relazione ai tumori testa collo, oltre a tutta una serie di malattie infiammatorie dell’apparato respiratorio».

Attenzione ai sintomi spia

Il tasso di mortalità pur essendo ancora elevato è in diminuzione. La sopravvivenza media a 5 anni però non supera il 60% dei casi. «Non esiste la possibilità di fare oggi degli screening come accade per la mammella – ammette Bondi – ma ci sono sintomi spia che possono aiutare. Ad esempio, una visita annuale dal dentista per l’ablazione del tartaro può essere un buon sistema di screening per il cavo orale. Per il resto è importante stare molto attenti ai segnali che il corpo manda: se un abbassamento della voce dura diverse settimane è importante non trascurarlo, ma fare una visita dall’otorino; se ci sono delle adenopatie nel collo, delle tumefazioni che non passano, meglio approfondire. Così come un mal di orecchie persistente può essere spia di qualcos’altro ben più grave. A volte otalgie riflesse nascondono malattie alla ipofaringe, alla laringe o ancora alle tonsille. In futuro probabilmente si faranno delle ricerche attraverso delle analisi del sangue per evidenziare possibili market tumorali di testa collo, ma ad oggi non ci sono test di screening validati».

Il ruolo dei centri di eccellenza

I tumori testa collo sono fortemente invalidanti e ad alto impatto emotivo perché possono compromettere masticazione, deglutizione, voce oltre a modificare la fisicità con conseguenze negative sulla qualità di vita dei pazienti. È fondamentale, perciò, rivolgersi a centri specializzati e dare al paziente prospettive terapeutiche innovative per combattere le patologie in modo efficace senza compromettere la funzionalità dell’organo. In questo l’IRCCS Candiolo rappresenta un centro di eccellenza dove ci sono a disposizione tutti gli specialisti che lavorano in équipe.

«Valutiamo caso per caso in base alla malattia, all’età biologica e al grado di fragilità – evidenzia Bondi -. Tra le terapie chirurgiche da più di dieci anni la laser chirurgia sulle corde vocali ci permette di raggiungere ottimi risultati senza mutilare la laringe, un avanzamento dato dalla tecnologia, dopodiché altre tipi di innovazioni sono rappresentati da tecnologie che ci permettono di evitare di danneggiare il nervo facciale e, per quanto riguarda le terapie farmacologiche, la novità è data dalla terapia target che va ad agire in modo selettivo sulla cellula tumorale distruggendola, o va ad agire indirettamente sulla cellula tumorale, risvegliando il sistema immunitario addormentato dal tumore. Quindi l’innovazione oggi è l’immunoterapia che si utilizza nei casi metastatici e alto resistenti. Non sempre funziona e capire le discriminanti che la rendono efficace solo in alcuni soggetti e non in tutti, è il punto di partenza su cui dobbiamo lavorare per migliorare la sopravvivenza».

 

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