One Health 17 Gennaio 2023 16:49

Pesticidi: pericolo dimenticato ma si rischia ancora cancro, Sla, infertilità, Alzheimer e Parkinson

Anna da otto anni è in attesa di giustizia per la morte del marito colpito da encefalopatia ischemica per esposizione prolungata ai pesticidi. A sostegno della sua battaglia la tesi dell’oncologa Patrizia Gentilini. Più cauto Claudio Colosio: «Epoca critica passata, oggi massima garanzia nei pesticidi»

Pesticidi: pericolo dimenticato ma si rischia ancora cancro, Sla, infertilità, Alzheimer e Parkinson

Anna (nome di fantasia) ha contattato la nostra redazione dopo aver letto l’articolo sulle cause che possono aver generato gravi malattie nei calciatori, un tema già dibattuto in passato (nel 2013 il procuratore di Torino Raffaele Guariniello accese i riflettori sui 6 casi di Sla tra ex giocatori del Como calcio); e ritornato d’attualità nelle ultime settimane per la recente scomparsa di Gianluca Vialli e Sinisa Mihajlovic. Storie differenti, ma accomunate da un triste epilogo che ha spinto molti a domandarsi se, dietro a quelle gravi malattie, ci possa essere un nesso con sostanze proibite, sforzo eccessivo, stress, ma anche esposizione ai pesticidi utilizzati sui campi da gioco.

Un’ipotesi rilanciata dall’ex calciatore e compagno di squadra di Vialli, Dino Baggio che, con le sue dichiarazioni, ha riaperto una ferita nel cuore di Anna da anni impegnata a far emergere la verità sulla morte del marito Andrea (nome di fantasia) venuto a mancare nel 2015 in seguito ad una grave malattia. «Mentre sul certificato necroscopico erano riportati encefalopatia ischemica, demenza e insufficienza multiorgano – dice Anna – i medici incaricati di fare luce sulla vicenda e il consulto avuto negli Stati Uniti sugli esami di mio marito hanno evidenziato una protratta esposizione a pesticidi».

Un dramma lungo otto anni

Andrea, operaio con la passione per triathlon, infatti, per molti anni è rimasto a contatto con il Lindano HCH prodotto da un’azienda della zona, un insetticida che, con i suoi sottoprodotti isomeri “a” e “b” esaclorocicloesano viene utilizzato in agricoltura per il trattamento di piante e suolo, e impiegato anche sotto forma di shampoo contro pidocchi e scabbia. Dal 2006 l’uso del Lindano è vietato in 52 paesi (tra cui l’Italia) e sottoposto a norme restrittive in altri 33, mentre nel 2009 ulteriori restrizioni nell’uso del Lindano sono state introdotte nella convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici del 2001.

Gli effetti dei pesticidi sull’organismo

Un buco nero in cui purtroppo è scivolato Andrea, ma anche molti suoi colleghi di lavoro, oltre ai conterranei, adulti e bambini, vittime di uno dei più gravi disastri ambientali di questo secolo che ha interessato la valle del Sacco. «Troppe persone si sono trovate a contatto con gli scarti di questi pesticidi e le conseguenze sono state devastanti. Questo inquinante colpisce il cervello, ma anche gli organi vitali come fegato, pancreas, polmoni e sangue, ecco perché anche le morti di ex calciatori andrebbero indagate – insiste Anna –. Nell’organismo di mio marito sono state trovate quantità significative di HCH, metalli pesanti, torio e bario, un mix di pesticidi che non sono bastate a far riconoscere le responsabilità di chi ha disperso tante sostanze inquinanti nel territorio, mentre i fondi stanziati per la bonifica della zona, (oltre 54 milioni di euro) non sono sufficienti a restituire agli abitanti una terra meno inquinata, e si continua a morire».

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Per l’oncologa Patrizia Gentilini i rischi iniziano prima della nascita

L’oncologa Patrizia Gentilini già nel 2010 denunciava le conseguenze dei pesticidi sulla salute dell’uomo in una relazione: «In Italia c’è una legislazione complessa e spesso contradditoria per cui sostanze vietate e messe fuori commercio per elevata tossicità godono di deroghe e continuano ad essere utilizzate» scriveva, per poi sottolineare che «una crescente mole di studi scientifici e di laboratorio ha evidenziato i principali effetti che possono risultare da un esposizione protratta nel tempo a pesticidi: cancro, diabete, Parkinson, Alzheimer, sclerosi laterale amiotrofica (SLA), difetti di nascita, disordini riproduttivi, asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), malattie cardiovascolari, nefropatie croniche, lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, sindrome da stanchezza cronica, invecchiamento».

Un rischio che inizierebbe per l’essere umano quando ancora è feto in utero. «Una revisione di 13 studi caso-controllo pubblicati fra il 1987 e 2009 per indagare il rischio di leucemia infantile ed esposizione residenziale a pesticidi ha evidenziato che il rischio più elevato, oltre il doppio dell’atteso, si aveva per esposizione durante la gravidanza anche a pesticidi per uso domestico – aggiungeva Gentilini nella sua relazione – una metanalisi ha confermato che l’esposizione ad erbicidi avrebbe generato un incremento statisticamente significativo per la leucemia infantile del 46% e per i linfomi del 26%. Risultati analoghi sono emersi da un altro studio internazionale cui erano presenti anche ricercatori italiani e da cui in particolare risulta un incremento statisticamente significativo del 55% di leucemie mieloidi nella prole per esposizione a pesticidi durante la gravidanza».

Oggi massimi controlli nei pesticidi

Se negli anni ’80 e ’90 e fino agli inizi del 2000 i diserbanti potevano essere fonte di pericolo per la salute dell’uomo, oggi in Italia, e più in generale in Europa, è in vigore un sistema di autorizzazione degli antiparassitari assolutamente blindato. A sostenerlo è Claudio Colosio, specialista di medicina del lavoro presso il dipartimento di scienze della salute dell’Università degli studi di Milano, che sottolinea come i pesticidi messi in commercio siano sottoposti ad un attento controllo sulla tossicità a breve e lungo termine – i cui parametri di misurazione sono molto diversi rispetto a vent’anni fa -, prova è che da più di cinque anni non ci sono più casi di intossicazione acuta mortale di origine lavorativa».

Ciò non toglie che gli effetti a lungo termine dei diserbanti siano ancora presenti in alcuni organismi geneticamente più predisposti, come riconosce anche lo specialista «In molti casi le sostanze ancora presenti oggi nel tessuto adiposo di una persona di mezza età possono essere il risultato di una eredità ricevuta addirittura dalla madre attraverso l’allattamento».

È importante però non demonizzare i pesticidi perché «usati con misura e secondo le autorizzazioni concesse – fa notare Colosio – aiutano l’agricoltura. Certo i diserbanti utilizzati in modo eccessivo negli anni ’70 sui terreni di gioco potrebbero aver in qualche modo danneggiato in misura minima gli atleti, anche se il vero problema era l’assunzione di grandi quantità di integratori, molti dei quali sospetti».

 

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