Presentato al Teatro Armani l’accordo tra FISI e GSD. Andrea Panzeri, già Presidente della Commissione medica della Federazione, avrà la guida del centro “Sport Trauma e Research Center” inaugurato all’Istituto Clinico San Siro. Panzeri «Primi ad introdurre regole rigide per la gestione della malattia: protocolli per chi contrae il virus e studi sul lungo termine della componente ematologica, cardiovascolare e polmonare»
Controlli mirati e costanti sugli atleti agonisti nel post Covid e un programma di prevenzione attivo per avvicinane la cittadinanza al mondo dello sport. Con questi obiettivi è stato annunciato il 10 ottobre, al teatro Armani di Milano, in occasione della presentazione della stagione sportiva invernale della FISI, un importante accordo con il Gruppo San Donato che affiancherà gli atleti agonisti come partner scientifico.
«Questo progetto parte da protocolli già esistenti che prevedono un controllo costante degli atleti durante la stagione – spiega Laura Gamba coordinatrice tecnico scientifica del GSD –, a cui se ne affiancheranno di nuovi per costruire un percorso in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Parallelamente andremo a lavorare sulla prevenzione con un programma calibrato per far comprendere l’importanza dello sport, di una sana alimentazione e di uno screening costante al fine di tutelare la salute. Lo faremo alla conclusione della stagione, negli sci club, e durante l’anno nelle due tappe lombarde: a Milano, precisamente a City life in occasione del Biathlon e a Bormio durante la coppa del mondo».
In particolare, all’Istituto Clinico San Siro è stato inaugurato lo “Sport Trauma & Research Center”, un’unità operativa dedicata agli sportivi, guidata dal dottor Andrea Panzeri che è anche il Presidente della Commissione medica della Federazione Italiana Sport Invernali. «Avere alle spalle un gruppo medico così importante, che ha al suo interno diversi ospedali e tante figure di riferimento è un valore aggiunto per la federazione al fine di tutelare gli atleti agonisti, ma anche chi pratica sport a livello amatoriale e sa di poter avere un centro a cui rivolgersi in un momento come questo, particolarmente difficile per la Sanità».
Circa un atleta su due è stato contagiato dal Covid. Dunque, una particolare attenzione sarà dedicata proprio alle conseguenze che il virus potrebbe aver lasciato sugli atleti agonisti. «Ricordo che FISI è stata la prima federazione ad aver organizzato un raduno ufficiale allo Stelvio chiamato “raduno Covid 1” dove sono state fatte delle regole molto rigide e un monitoraggio quotidiano sugli atleti – racconta Panzeri -. Non solo, durante le gare di coppa del mondo, applichiamo un protocollo obbligatorio che varia in base alle norme del paese ospitante e che prevede tamponi molecolari o rapidi prima e dopo le competizioni ed esami specifici. Anche quest’anno la situazione sarà monitorata attentamente»
Se il Covid ha limitato la libertà di allenamento, i viaggi e ha richiesto protocolli rigidi per il rientro all’attività agonistica dopo la malattia, il long Covid rappresenta oggi una grande incognita su cui la ricerca sta lavorando e proprio in questo ambito il ruolo dei medici del gruppo San Donato sarà determinante. «Abbiamo avuto alcuni atleti che hanno sofferto di più – puntualizza Panzeri – altri meno, potrebbero verificarsi situazioni più a lungo termine per cui abbiamo introdotto un protocollo a cui tutti gli atleti devono attenersi e che prevede uno studio della componente ematologica, cardiovascolare e polmonare e quindi là dove dovessero emergere anomalie verranno fatti ulteriori accertamenti durante la stagione, ma devo dire che ad oggi non abbiamo avuto casi particolari».
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