Maga (Cnr): «I sintomi iniziano a manifestarsi dopo 2-3 giorni dal contatto Covid. Per sicurezza meglio aspettare almeno una settimana»
Da quando la variante Omicron è diventata dominante, il periodo di incubazione si è ridotto. «Solitamente i sintomi del Covid iniziano a manifestarsi già dopo 2-3 giorni dal contatto con un positivo», conferma Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igm). «In alcuni casi possono spuntare fuori anche dopo 4 giorni. Ma per essere davvero sicuri di non esser stati contagiati – continua – bisogna aspettare almeno una settimana. In questo modo si può anche essere piuttosto sicuri di non contagiare nessuno».
I dati indicano, inoltre, che i sintomi dell’infezione causata dalla variante Omicron durino in media meno tempo. Alcuni studi suggeriscono che la durata mediana dei sintomi nei casi di Omicron era di 5 giorni rispetto a 8 nelle persone infette dalla variante Delta. Nelle persone vaccinate i sintomi durano ancora meno, circa 3 giorni. «Sembra, infine, che l’infezione sia più duratura negli adulti rispetto ai bambini. Quest’ultimi, infatti, possono negativizzarsi anche nel giro di pochissimi giorni», evidenzia Maga. I sintomi sembrano essere molto simili a quelli di un raffreddore: naso che cola e qualche giorno di febbre, ma anche tosse, mal di gola e problemi di affaticamento. Le forme più gravi dell’infezione sembrano essere meno frequenti.
I dati confermano anche che la nuova variante Omicron BA5, responsabile di questa nuova ondata di casi, sia più contagiosa delle precedenti versioni del virus Sars-CoV-2 e che riesca con più facilità a superare l’immunità da vaccino a da infezione precedente. «Per cui è fondamentale affidarsi al buon senso e rispettare tutte le misure di prevenzione del caso», sottolinea Maga. «L’allentamento delle restrizioni non ci deve far abbassare la guardia: l’emergenza Covid non è finita», conclude.
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