Chi deve sottoporsi al tampone? E quando è il momento più adatto? Cosa prevedono le regole
Con la curva dei contagi drammaticamente in crescita ed il periodo di feste che si accompagna alle tradizionali riunioni (per non parlare di assembramenti) di famiglie e amici, è corsa al tampone. Le code fuori le farmacie sono simili a quelle che si vedono solo nel periodo di saldi o del lancio di nuovi apparecchi digitali e la disponibilità dei test inizia a scarseggiare. È bene dunque ricordare chi debba sottoporsi al tampone e quando, per evitare di intasare inutilmente i centri in cui si effettuano i test e di dar vita ad una valanga di falsi negativi.
Sono quattro i principali motivi che giustificano un tampone:
Il ministero della Salute definisce “contatto stretto” di un caso probabile o confermato:
Le regole ad oggi in vigore prevedono che i contatti stretti di un positivo al Covid-19 osservino un periodo di quarantena che varia a seconda dello stato vaccinale: 7 giorni dall’ultima esposizione per i vaccinati, 10 giorni per i non vaccinati. Ad oggi quindi sottoporsi ad un tampone con esito negativo prima di questo periodo non è sufficiente per essere esonerati dal rispetto della quarantena.
Tuttavia, proprio in queste ore si discute della necessità di revisionare queste regole in virtù del grande numero di positivi che rischierebbe di bloccare servizi essenziali per il Paese e della minore gravità dei sintomi causati dalla variante Omicron.
I contatti stretti possono quindi tornare in comunità solo in caso di tampone con esito negativo eseguito dopo il periodo di quarantena. Nel caso non fosse possibile eseguire un test molecolare o antigenico tra il settimo ed il quattordicesimo giorno, si può valutare di concludere il periodo di quarantena dopo almeno 14 giorni dall’ultima esposizione al caso, anche in assenza di tampone.
Qualora si voglia trascorrere il periodo di quarantena con maggiore tranquillità, tuttavia, in caso di assenza di sintomi si consiglia di eseguire un tampone molecolare ad almeno 48 ore dall’ultimo contatto con il positivo, mentre il rapido è preferibile eseguirlo a partire dalle 72 ore. Se effettuato subito dopo il contatto, infatti, il rischio di falso negativo è più alto. In ogni caso, il tampone va ripetuto al termine del periodo di quarantena.
In questo caso non ci sono indicazioni specifiche in termini temporali: sarà il medico di famiglia ad indicare il momento più adatto per eseguire il test. Tuttavia, è consigliabile sottoporsi al tampone appena compaiono i sintomi e poco prima di incontri con altre persone: se il test viene fatto troppo presto infatti il rischio di venire in contatto con altre persone positive aumenta, rendendo vana la decisione di sottoporsi al tampone.
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