Tra le strade consigliata un aumento delle ore degli specialisti convenzionati. L’assessore alla Salute regionale, Nicoletta Verì: «Telemedicina e dematerializzazione delle ricette importanti per ritorno alla normalità»
«Mettere subito gli ambulatori specialistici territoriali dell’Abruzzo in condizione di riaprire. E di riprendere la loro normale attività di presa in carico di pazienti cronici e di attività diagnostica, anche attraverso un aumento delle ore degli specialisti convenzionati interni del territorio». Questo l’appello lanciato dalle società scientifiche e dalle organizzazioni sindacali di medici riunite nell’Advisory Board di Senior Italia FederAnziani che ha promosso la tavola rotonda virtuale “Il problema delle cronicità al tempo del COVID -19 nella Regione Abruzzo” nella quale medici e pazienti hanno presentato le proprie criticità a Nicoletta Verì, Assessore alla Salute della Regione Abruzzo.
«Anche in Abruzzo come nelle altre regioni in questo periodo di lockdown si è accumulato un importante ritardo nelle visite di controllo delle persone affette da patologie croniche, negli screening e nelle nuove diagnosi, un ritardo che ora va colmato facendo subito ripartire la macchina della sanità – dichiara il presidente di Senior Italia FederAnziani, Roberto Messina riassumendo i risultati dell’incontro –. I ritardi nelle diagnosi fanno sì che le patologie saranno intercettate a uno stadio più avanzato con rischi di salute per i cittadini e ulteriori costi per il servizio sanitario nazionale. Tra le altre criticità riscontrate in Abruzzo in questo periodo, anche un calo importante dell’aderenza alla terapia, con molti pazienti che hanno autosospeso i farmaci ad esempio in ambito cardiologico. Bisogna riattivare l’attività ambulatoriale in maniera massiccia, ricontattare i pazienti, far capire loro che non bisogna sospendere i farmaci. I centri che avevano in carico i pazienti per valvulopatie devono richiamarli per riprendere le sostituzioni valvolari, specialmente quelle trans-catetere che sono quelle maggiormente rimaste indietro».
«Il Covid ha accentuato un problema che in parte esisteva da prima. Le liste d’attesa erano già il denominatore comune delle varie regioni, benché l’Abruzzo rappresenti un esempio virtuoso per la forza del suo territorio – dichiara il segretario Generale di Sumai Assoprof, Antonio Magi – È il momento buono per cominciare a investire seriamente per agevolare la presenza degli specialisti. Gli specialisti che servono li abbiamo anche in Abruzzo, sono già in servizio, se riuscissimo a portarli da 20 a 38 ore avremmo già raddoppiato l’offerta della regione. Ma lo specialista va messo anche in un ambito di equipe in cui le varie figure facciano rete. Solo così il paziente può essere preso in carico in modo efficiente. Una volta uscito dall’ospedale deve trovare sul territorio una rete importante che lo possa seguire».
«Io da sempre sono una grande sostenitrice dell’integrazione ospedale-territorio e dell’integrazione socio sanitaria. Questo confronto mi ha dato la conferma che il percorso che stiamo portando avanti in Abruzzo è quello giusto. In questi mesi di emergenza la funzione centrale dell’assistenza territoriale è emersa in tutta la sua forza, perché senza le nuove articolazioni organizzative che abbiamo introdotto con specifiche ordinanze, e di cui fanno parte i medici di medicina generale e gli specialisti ambulatoriali, il sistema ospedaliero sarebbe andato al collasso. Articolazioni in cui ha svolto un ruolo importante la telemedicina, con le televisite e i teleconsulti, che come Regione abbiamo introdotto per primi in Italia per ridurre l’accesso alle strutture sanitarie. Un’esperienza, che insieme alla dematerializzazione delle ricette farmaceutiche e di molte prescrizioni, sarà preziosa nei piani di ritorno alla normalità che abbiamo predisposto. Vorrei infine sottolineare che in Abruzzo i protocolli ministeriali sulle residenze sanitarie assistenziali sono stati anticipati da nostri provvedimenti, estesi anche alle residenze assistenziali e alle case di riposo, che hanno procedurato accessi e prese in carico e ci hanno consentito di limitare al massimo la presenza di focolai in queste realtà» ha dichiarato Nicoletta Verì, Assessore alla Salute della Regione Abruzzo.
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«Questa pandemia ci ha fatto capire che il paziente cronico deve andare poco in ospedale. Sicuramente dovremo fare un Focus nei prossimi mesi per il recupero dell’attenzione alla prevenzione e in particolare alle patologie oncologiche. Paghiamo ancora nell’area del cancro al colon-retto e cancro della mammella uno storico ritardo nell’adesione agli screening. Sicuramente un coinvolgimento di FederAnziani nel recupero delle fasce di persone non aderenti può essere una strada da seguire» ha dichiarato Claudio D’Amario, Direttore del Dipartimento Sanità della Regione Abruzzo.
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