di Guido Quici, Presidente Cimo
«In questi giorni di campagna elettorale e di acceso dibattito politico, diventa assordante il silenzio dei partiti sulla ‘questione sanità’, cioè sullo stato attuale e sul futuro della salute dei cittadini italiani». È quanto afferma Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Cimo-Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità del pubblico e del privato.
«Un’assenza purtroppo prevedibile e che testimonia la difficoltà della politica nel dire chiaramente ai cittadini che il nostro servizio sanitario non è più universalistico, né sostenibile e che l’accesso alle cure non è uguale per tutti. Celebriamo, quindi, i 40 anni della legge 833 costatando, tuttavia, che sono venuti meno i principi ispiratori, ad iniziare dal mancato superamento degli squilibri regionali, alla inadeguatezza dei Lea, fino al pericolo del ritorno a un sistema mutualistico dall’attuale sistema universalistico», dice Quici sottolineando che «è necessario conoscere, ora, la visione che ha la politica sul futuro del sistema salute».
«Attraverso l’iniziativa #adottaunpolitico Cimo – spiega Quici – si dichiara fortemente interessata affinché il dibattito sulla sanità abbia pari dignità rispetto alle altre tematiche del Paese. Adottare un politico significa condividere un progetto comune che dia ai cittadini la garanzia di accesso alle cure e ai professionisti della salute dignità e forte motivazione per un lavoro complesso ma, oggi, volutamente dequalificato».
«A tutti i partiti impegnati in altisonanti proclami e discutibili promesse, Cimo-Cida chiede, insomma, l’impegno per un rientro della sanità nella propria agenda politica e in quella del futuro governo e, infine, pretende che sia riconosciuto formalmente l’impegno dimostrato in questi anni di lunga crisi economica dei medici e delle professioni sanitarie a difesa e sostegno del nostro Ssn. È questo il senso della nostra provocazione a voler ‘adottare’ i politici di buona volontà».