Contributi e Opinioni 22 Gennaio 2021 10:46

«Affrontare la pandemia: sciogliere i nodi vaccini, scuola, lavoro»

di On. Dott.ssa Fabiola Bologna, Segretario Commissione Affari Sociali e Sanità, Popolo Protagonista

di On. Fabiola Bologna, Segretario Commissione Affari Sociali e Sanità

Nel mio intervento in aula sul decreto “ulteriori misure urgenti per fronteggiare i rischi sanitari” ho affrontato alcuni temi ancora fondamentali per combattere la pandemia. Per gli indicatori che assegnano i colori alle regioni, sembra che non si abbia la possibilità di acquisire i dati nei tempi, alcuni esperti esterni ritengono che le medie che si compongono con questi indicatori possano creare distorsioni e scelte non adeguate e sembra che non ci sia una piena collaborazione tra Governo e Regioni. Queste difficoltà dovrebbero essere superate perché ci attendono ancora tanti mesi di impegno nella battaglia contro il virus dove dobbiamo garantire trasparenza per mantenere coesione sociale e equilibrio economico.

Sappiamo anche che il contact tracing è fuori controllo e sarà necessario per molti mesi ancora mantenere le distanze, indossare le mascherine e l’igiene delle mani. Questo dobbiamo continuare a comunicarlo con chiarezza.

E poi le tre priorità:

  • Se vogliamo che le scuole superiori riprendano la loro attività dobbiamo lavorare molto sul sistema dei mezzi di trasporto che se affollati favoriscono il contagio perché è evidente che le scuole dall’infanzia e le scuole medie dove i ragazzi vengono accompagnati dai genitori o hanno trasporti dedicati non hanno avuto particolari problemi. Inoltre sarebbero importanti i tamponi di tracciamento in attesa delle vaccinazioni. Con una visione aperta al futuro dobbiamo considerare che gli strumenti della didattica a distanza in un percorso di apprendimento che si nutre anche di attività innovative di ricerca e creatività, applicazioni di intelligenza artificiale e nuove tecnologie possono essere strumenti complementari e non da demonizzare ma da imparare a conoscere e saper utilizzare in maniera intelligente;
  • Sullo smart working le multinazionali che lo praticano da tanti anni si sono dimostrate all’altezza delle aspettative dei lavoratori, gli altri datori di lavoro privati e in parte anche il pubblico non hanno saputo comprendere il valore aggiunto di questo strumento per contrastare la pandemia e per proteggere anche i lavoratori più fragili, se si attuasse davvero si potrebbero evitare tanti contagi e alleggerire la pressione sui mezzi di trasporto. Nella prima ondata questo è avvenuto, forse perché c’era una grande paura, ed ha funzionato perché sui luoghi di lavoro non ci sono stati molti contagi, mentre non abbiamo saputo portare avanti questa scelta nella seconda ondata. E invece dobbiamo cercare di farlo anche adesso, perché la vaccinazione di massa è ancora lontana. Ci preoccupiamo del benessere dei nostri cittadini proprio in questo momento con lo smart working abbattiamo lo stress del viaggio in auto, sui mezzi, lo spreco di tempo che restituisce tempo di vita, tempo alla famiglia, non bisogna demonizzare questa opportunità e attuare una evoluzione culturale anche grazie a indicazioni sui metodi e utilizzando una informazione corretta;
  • La commissione europea ci chiede di vaccinare entro marzo almeno l’80% delle persone di età superiore agli 80 anni, 80% degli operatori sanitari e sociali, e il 70% degli adulti entro l’estate, per questo però i vaccini devono essere disponibili e quindi dobbiamo accelerare le forniture e sollecitare la commissione europea a favorire accordi per accrescere la capacità di produzione dei vaccini e in primis garantire la seconda dose a chi ha ricevuto la prima. Per cui in questi giorni mi aspetto davvero un accordo di solidarietà tra le Regioni, come è stato annunciato, per assicurare la somministrazione delle seconde dosi, sarebbe un bel segnale da parte di tutte le regioni per sottolineare che siamo un paese unito per la tutela della salute cittadini italiani. Nella fase di vaccinazione di massa, dobbiamo prevedere come vaccinatori tutti i medici e infermieri disponibili dipendenti nelle aziende sul territorio, libero professionisti, e organizzare turni di vaccinazione nei luoghi preposti. Possiamo e dobbiamo fare ancora molto per rallentare la diffusione del virus con pragmatismo e per salvare i cittadini da questa pandemia sanitaria ed economica.

 

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