di Luciano Cifaldi, segretario generale Cisl Medici Lazio
Gentile Direttore,
in queste ore gli organi di stampa hanno evidenziato che il sistema informatico della Regione Lazio è stato attaccato da hacker e non sappiamo ancora quali ripercussioni graveranno sui cittadini qualora non si possa ripristinare il sistema che peraltro serve ad erogare le prescrizioni di farmaci ed accertamenti diagnostici.
Era il 25 gennaio quando la Cisl Medici Lazio cercò, con una lettera aperta, di stimolare la riflessione su un tema che avrebbe potuto determinare disagi crescenti agli assistiti, ovvero l’adozione della ricetta dematerializzata quale unico strumento prescrittivo. Ora, stando alle notizie disponibili, c’è il blocco completo del portale Salute Lazio.
I medici che ne sono ancora in possesso probabilmente faranno ricorso all’uso di fogli residui dei ricettari cartacei, quelli bianchi e rossi per intenderci, che avrebbero dovuto essere non più utilizzati.
Infatti sulla base anche di recentissime e meno recenti circolari emanate da Regione Lazio, Aziende ospedaliere e da Asl, ormai si deve prescrivere solo con la ricetta dematerializzata.
Ma i dirigenti medici possono incorrere in provvedimenti, non da ultimo di tipo disciplinare, per la possibile non ottemperanza alle suddette circolari utilizzando in maniera residuale il ricettario cartaceo.
Però l’impossibilità al rilascio di ricetta dematerializzata al termine della visita medica determinerà un disagio a carico degli assistiti e non da ultimo il potenziale aggravio di spese a carico degli stessi stante il doversi ripresentare presso l’ospedale e/o il distretto. Ció potrebbe dare luogo a forme di protesta, ovvero all’instaurarsi di un contenzioso nel caso in cui il medico si trovasse nella necessità di invitare il paziente a ripresentarsi nelle ore o nelle giornate successive considerata comunque la necessità di attendere il ripristino della procedura informatica.
A gennaio, come Cisl Medici auspicammo che qualcuno potesse accorgersi della necessità di continuare ad avere la possibilità di prescrizione su cartaceo come alternativa emergenziale a fronte di interruzioni della rete informatica. E questo all’esclusivo scopo di non accentuare i già seri disagi a carico dei pazienti.
Se ne accorsero ben sei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia che in una mozione al Presidente del Consiglio regionale chiesero l’impegno in tal senso a Zingaretti e a D’Amato.
Due mesi dopo, il 17 marzo, come Cisl Medici Lazio e Cisl Medici Roma Capitale/Rieti, tornammo sull’argomento visto che la nostra segnalazione era rimasta inascoltata. Scrivemmo a marzo che il malfunzionamento della piattaforma informatica regionale avrebbe costretto i medici più sensibili, ma anche più temerari, a disattendere circolari regionali ed aziendali che imponevano e impongono il divieto dei ricettari cartacei e dunque a farne ragionevolmente uso per evitare agli assistiti ogni possibile disagio derivante appunto dal mancato istantaneo rilascio della ricetta dematerializzata al termine della visita ambulatoriale.
I medici più accorti presero a specificare sul retro data e ora del rilascio della ricetta cartacea motivandone il rilascio a causa del non funzionamento della rete informatica e dunque assumendosi anche una potenziale responsabilità disciplinare a fronte dei citati editti delle Asl e delle Aziende ospedaliere.
La Cisl Medici ha invocato la sensibilità e l’ascolto da parte delle Istituzioni regionali e delle direzioni aziendali. «Mi sono fatto persuaso», per citare il commissario Montalbano, che anche stavolta regnerà il silenzio.
Tanto ai piani alti sanno bene che la stragrande maggioranza di noi medici ed operatori sanitari continuerà a lavorare seriamente per evitare disagi ai malati e magari non avrà tempo, modo e maniera di posare in foto celebrative e neppure ricevere benemerenze.
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