«È necessario dare un tempo congruo alle istituzioni e alle famiglie per elaborare piani ponderati e non buttati là in fretta con il rischio di sprechi» spiega il presidente Angsa Giovanni Marino
Pubblicati il 21 marzo sulla Gazzetta ufficiale i due decreti che sbloccano i 77 milioni per ricerca e progetti a favore delle persone con disturbo dello spettro autistico e l’assunzione di personale nelle Asl. Il primo impegna fondi del 2021 pari a 50 milioni. Queste le linee di spesa: 7 milioni e mezzo destinati a progetti di ricerca; 25 milioni per incremento del personale del servizio sanitario nazionale; per la formazione sono stanziati 7,5 milioni di euro; per lo sviluppo della rete territoriale e sviluppo e di progetti di vita individualizzati sono disponibili invece 10 milioni di euro. I fondi sono ripartiti tra le regioni.
Per Angsa, Associazione Nazionale Genitori Persone con Autismo, il limite maggiore è quello relativo alle risorse per la ricerca. «Rischiano di essere disperse tra 22 micro studi di fatto inutili. Come Angsa abbiamo denunciato nei mesi scorsi questa evidente e macroscopica criticità. Il decreto tenta di superarla e all’art.3 suggerisce alla Regioni, di seguire la via del coordinamento tra di loro nel predisporre linee di studi rigorose ,indicando modalità operative puntuali. Il secondo decreto invece è quello di 27 milioni per finanziare interventi e progetti regionali aggiuntivi a favore delle persone con disturbo dello spettro autistico».
«Il decreto era atteso da molto tempo – dichiara Giovanni Marino, presidente nazionale Angsa – ma probabilmente per il lungo tempo intercorso tra la stesura e la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, nel testo si prescrive alle Regioni di trasmettere i progetti entro il 31 marzo prossimo, cioè tra una settimana. Ed è impossibile che questo accada. Le Regioni hanno concluso solo da pochi giorni la stesura dei piani relativi ai 100 milioni resi disponibili a ottobre e sono in affanno. Come Angsa, invieremo una lettera al ministro della sanità con la richiesta di una proroga per i termini di consegna. È necessario dare un tempo congruo alle istituzioni e alle famiglie per elaborare piani ponderati e non buttati là in fretta con il rischio di sprechi. Questo vale soprattutto per l’individuazione delle linee di ricerca e l’attivazione dei coordinamento tra Regioni, per altro suggerito nel decreto. È una richiesta di buon senso e credo ci siano tutti gli spazi per accoglierla».
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