La Daichii Sankyo ha presentato i dati preliminari dello studio di fase I sul suo nuovo farmaco anticorpo-coniugato U3-1402, in sperimentazione nei pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule, metastatico, con mutazione EGFR e resistente agli inibitori tirosin-chinasici. I primi risultati dimostrano un buon profilo di sicurezza e una riduzione media delle dimensioni del tumore del 29% (range -30% a-80%) in un follow-up di 4,2 mesi
La casa farmaceutica Daiichi Sankyo ha presentato al Congresso ASCO i dati preliminari dello studio di fase I sul suo nuovo farmaco anticorpo-coniugato (ADC) U3-1402, sperimentato in 23 pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), metastatico, con mutazione EGFR e resistente agli inibitori tirosin-chinasici. I risultati preliminari sull’efficacia per i 16 pazienti che hanno ricevuto l’ADC U3-1402 a dosi da 3,2 mg/kg a 6,4 mg/kg, e valutabili al momento dell’estrazione dei dati, hanno dimostrato riduzione delle dimensioni del tumore per tutti i pazienti con un valore medio del 29% (in un range da -3% a -80%). Tutti i 16 soggetti erano stati precedentemente trattati con un inibitore della tirosin-chinasi (TKI), inclusi 15 con osimertinib. Sette pazienti erano anche stati sottoposti a chemioterapia. Un totale di 16 pazienti erano ancora in trattamento alla data dell’estrazione dei risultati, il 25 febbraio 2019.
Il carcinoma polmonare è il cancro più comune al mondo e la principale causa di morte per cancro. Nel 2018 sono stati osservati circa 2,1 milioni di nuovi casi di carcinoma polmonare in tutto il mondo e approssimativamente 1,8 milioni di morti. La maggior parte dei tumori al polmone sono diagnosticati solo allo stadio avanzato o metastatico. Il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) corrisponde a circa l’80-85% di tutti i carcinomi al polmone. Nel decennio scorso, l’introduzione di terapie mirate e di inibitori checkpoint, ha migliorato il panorama terapeutico per i pazienti affetti da NSCLC avanzato o metastatico; tuttavia, per coloro che non sono eleggibili agli attuali trattamenti o per coloro in cui il cancro continua a progredire, sono necessari nuovi approcci terapeutici.
«Questi dati clinici iniziali dimostrano un’attività con U3-1402, inclusa una riduzione precoce delle dimensioni del tumore nei pazienti che hanno sviluppato resistenza agli inibitori tirosin-chinasici EGFR – ha dichiarato uno sperimentatore, Pasi A. Jänne, MD, PhD, Direttore del Lowe Center For Thoracic Oncology, Dana-Farber Cancer Institute – Sono necessari nuovi approcci terapeutici per il carcinoma polmonare non a piccole cellule con EGFR mutato nei pazienti che hanno sviluppato resistenza ai TKI, specialmente a osimertinib, e i risultati preliminari di questo studio indicano che prendere di mira l’HER3 con questo ADC è una strategia che può rivelarsi efficace in diversi meccanismi multipli di resistenza».
L’espressione dell’HER3 è stata riportata nel 75% dei casi di carcinoma polmonare non a piccole cellule, e nei pazienti dello studio, tutti i tumori sottoposti alla valutazione immunoistochimica retrospettiva (n=19) hanno mostrato di esprimere HER3. I dati preliminari di sicurezza in 23 pazienti valutabili hanno registrato un buon profilo di sicurezza per U3-1402 con una esposizione mediana al trattamento di 105 giorni. La dose massima tollerata non è ancora stata raggiunta. I più comuni eventi avversi, di ogni grado, osservati durante il trattamento (in ≥30% dei pazienti) includevano nausea (60,9%), stanchezza (39,1%), vomito (34,7%), inappetenza (30,4%) e diminuzione del numero delle piastrine (30,4%).
Lo Studio globale in due parti in aperto di Fase I sta arruolando pazienti affetti da NSCLC con mutazione EGFR, metastatico o non resecabile, progredito nonostante la terapia a base di inibitore della tirosin-chinasi. Include pazienti che hanno presentato progressione della malattia o con erlotinib, gefitinib, dacomitinib o afatinib e sono risultati negativi al test per la mutazione del T790M, oppure con osimertinib indipendentemente dallo status del T790M.
L’obiettivo primario dello studio è valutare la sicurezza e la tollerabilità di U3-1402 e determinare la dose raccomandata per l’estensione. Gli obiettivi secondari sono la caratterizzazione della farmacocinetica della molecola e la valutazione preliminare dell’efficacia, misurando la sua attività antitumorale. Si stima che saranno arruolati più di 60 pazienti in circa 17 centri nel mondo.