Danilo Mazzacane, segretario generale Cisl Medici Lombardia, interviene sulla complessa problematica relativa alla carenza dei medici negli ospedali pubblici: «Oltre all’abbandono degli ospedali pubblici da parte dei medici che vanno in pensione – scrive in una nota -, vi è anche il crescente riscontro dell’esodo in età prepensionabile verso strutture sanitarie non pubbliche. I pediatri ospedalieri […]
Danilo Mazzacane, segretario generale Cisl Medici Lombardia, interviene sulla complessa problematica relativa alla carenza dei medici negli ospedali pubblici: «Oltre all’abbandono degli ospedali pubblici da parte dei medici che vanno in pensione – scrive in una nota -, vi è anche il crescente riscontro dell’esodo in età prepensionabile verso strutture sanitarie non pubbliche. I pediatri ospedalieri non disdegnano trasformarsi in pediatri di libera scelta territoriali e i medici di altre branche apprezzano sovente gli incarichi di medicina specialistica ambulatoriale territoriale».
«Tuttavia – prosegue – il rilievo più evidente è la scarsa appetibilità delle strutture sanitarie pubbliche, specie da parte dei giovani medici. Concorsi ed avvisi pubblici sempre più sovente vanno deserti, a meno che non si tratti di centri di eccellenza. Sul territorio è insufficiente il numero di medici aspiranti alla medicina generale e alla continuità assistenziale. La stessa medicina specialistica ambulatoriale non risulta gradita dai giovani colleghi anche per le notevoli difficoltà di accesso e la carenza di strumentazione».
Cosa fare, allora? «In tema di programmazione – propone Mazzacane – andrebbe rivista la definizione dei posti per branca specialistica, definendo i fabbisogni in base alle necessità del quotidiano. In luogo di un ginecologo che va in pensione, potrebbe essere necessario un anestesista, per esempio. Infine esistono le limitazioni alle assunzioni dei medici nel servizio sanitario pubblico imposte dalla legge finanziaria. Ciò da tempo comporta una riduzione degli organici, con grosse difficoltà nella organizzazione dei servizi sanitari. Il ricorso a contratti libero professionali indecenti, ha soltanto intensificato il precariato e squalificato il ruolo professionale. Purtroppo la questione medica è un tema di sempre maggiore attualità e motivo di seria preoccupazione, sempre che i lombardi e gli italiani abbiano piacere e desiderio di rivolgersi ai medici per i loro problemi di salute. I medici sono sempre disponibili, ma come esercenti una professione intellettuale», conclude.