«Com’è noto, la scorsa settimana il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti ha firmato i decreti che stabiliscono i posti per l’anno accademico 2019/2020 nei corsi di Medicina e Odontoiatria. In sostanza i posti aumenteranno. Il ministero della Salute ha appoggiato la scelta del MIUR facendo sapere che è in linea con le […]
«Com’è noto, la scorsa settimana il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti ha firmato i decreti che stabiliscono i posti per l’anno accademico 2019/2020 nei corsi di Medicina e Odontoiatria. In sostanza i posti aumenteranno. Il ministero della Salute ha appoggiato la scelta del MIUR facendo sapere che è in linea con le richieste delle Regioni».
Con queste parole il Presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri, Antonio Magi, commenta la decisione del Governo di aumentare, per l’anno accademico 2019/2020, i posti a disposizione nei corsi di Medicina e Odontoiatria.
«Appena la notizia si è diffusa i medici, a partire dal Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, hanno espresso la loro contrarietà all’aumento dei posti per l’anno accademico 2019/2020 facendo presente che il problema non è la mancanza di medici, quanto piuttosto quella delle borse per le Scuole di Specializzazione e per la medicina Generale» precisa Magi.
«Nonostante ciò, pur trovandoci in un momento storico in cui da un punto di vista economico ancora si arranca, i responsabili della Salute e dell’Istruzione decidono di tirare avanti aumentando i posti per le immatricolazioni ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria. Questo secondo noi è un modo sbagliato di investire. Quelli che mancano infatti non sono i medici ma gli specialisti ed in particolare alcuni specialisti.
«Così – continua Magi – i camici grigi, ovvero i colleghi laureati ed abilitati ma che non hanno la possibilità di accedere alla formazione post lauream, aumentano e i bisogni di salute da parte del cittadino rimangono inevasi aumentando invece le liste d’attesa. Un Paese che guarda ai suoi fabbisogni dovrebbe dare risposte attuando un ‘congruo’ aumento delle borse per le Scuole di Specializzazione, specie per quelle maggiormente carenti e per la medicina Generale tali da rispondere alle esigenze di un paese che invecchia».
«In Italia, al contrario, si decide di aumentare l’imbuto formativo e di avere nel giro di pochi anni 21000 mila colleghi che non avranno accesso alla dovuta formazione. Si decide che si possono investire circa 150.000 euro per ogni studente in medicina e non creare ulteriori borse per la formazione specialistiche. Sono scelte – conclude Magi – ma bisogna essere coscienti a cosa porteranno».