di Luciano Cifaldi, Segretario generale Cisl Medici Lazio
Gentile Direttore,
sembrava che la missione fosse ormai compiuta e che la Camera ormai fosse pronta per dare il via libera al Ddl in materia di aggressioni ai medici e agli operatori della sanità.
Sembrava mancasse davvero poco considerato che anche sulle corazzate dell’editoria, ma questo accadeva prima dell’emergenza coronavirus, si erano lette frasi come “battaglia di civiltà”, “zero tolleranza”, “galera per gli aggressori”, “procedibilità d’ufficio”, “repressione del fenomeno e certezza della pena”.
Come Cisl Medici Lazio eravamo soddisfatti di quanto realizzato con la nostra campagna di sensibilizzazione mediatica sul fenomeno aggressioni ai medici ed agli infermieri e la nostra pagina Facebook riporta quello che, a rischio di sembrare ossessivi, abbiamo denunciato da tempo. E mi creda, non sono mancate le critiche di chi ci ha detto che avevamo esagerato nel denunciare questo fenomeno.
Abbiamo esagerato? Consiglio ai benpensanti di andare a leggere cosa è successo poche ore fa a Napoli con il pronto soccorso dell’ospedale Vecchio Pellegrini devastato.
Adesso è il momento del coronavirus ed è possibile che la Camera decida di interrompere i lavori per una bella disinfezione globale. Però ricordiamo che il Ministro della Salute aveva promesso un decreto urgente se i tempi alla Camera si fossero ulteriormente allungati per l’approvazione della legge specifica. C’è una emergenza coronavirus e c’è, da troppo tempo, una emergenza aggressioni agli operatori sanitari.
I nostri politici hanno il dovere, termine forse poco conosciuto, di rispondere con immediatezza. Li paghiamo per questo e non per spartirsi le poltrone, fare dichiarazioni inconcludenti e mettersi in vetrina con le loro facce sorridenti.
Luciano Cifaldi, Segretario generale Cisl Medici Lazio