«Come si chiama mio figlio? Come faccio a tornare a casa? Cosa mangio di solito a pranzo?». Sono domande a cui una persona affetta dalla patologia dell’Alzheimer non sa più rispondere. La tecnologia può oggi però correre in suo aiuto: è infatti disponibile l’applicazione Chat Yourself, un assistente virtuale in grado di rispondere a tutti […]
«Come si chiama mio figlio? Come faccio a tornare a casa? Cosa mangio di solito a pranzo?». Sono domande a cui una persona affetta dalla patologia dell’Alzheimer non sa più rispondere. La tecnologia può oggi però correre in suo aiuto: è infatti disponibile l’applicazione Chat Yourself, un assistente virtuale in grado di rispondere a tutti i dubbi e a colmare tutte le dimenticanze che possono assalire chi inizia a perdere la memoria. Una volta scaricata gratuitamente, l’applicazione rivolgerà una cinquantina di domande all’utente, che dovrà preferibilmente essere aiutato da un familiare; le risposte date verranno memorizzate e riutilizzate per aiutare il paziente nella sua vita di tutti i giorni, ricordandogli informazioni fondamentali come il suo indirizzo, il suo nome o quello dei familiari o le sue abitudine quotidiane. Basterà quindi chiedere alla chat per ricevere tutte le informazioni necessarie, migliorando la vita del malato e della sua famiglia. «Questo progetto non sconfigge l’Alzheimer ma va nella giusta direzione, offrendo ai malati un nuovo modo di vivere la malattia, uno strumento utile ad affrontare le prime fasi dopo la diagnosi, grazie ad un supporto che rimpiazza il danno provocato dalla malattia», ha dichiarato Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva, il network dedicato all’invecchiamento creato dal Ministero della Salute, dalla Regione Marche e dall’Irccs Inrca che, insieme a Nextopera con Young & Rubicam e Facebook, ha sviluppato la app. Per vedere come funziona, è disponibile un video.