E’ quanto dimostrato da una ricerca condotta dall’università del North Carolina testando un sistema che consente ai pazienti di riportare in diretta al proprio medico gli effetti collaterali della chemioterapia. E i risultati sono sorprendenti: miglioramento della qualità della vita del malato, aumento della tolleranza della terapia, riduzione delle ospedalizzazioni e prolungamento della vita, di […]
E’ quanto dimostrato da una ricerca condotta dall’università del North Carolina testando un sistema che consente ai pazienti di riportare in diretta al proprio medico gli effetti collaterali della chemioterapia. E i risultati sono sorprendenti: miglioramento della qualità della vita del malato, aumento della tolleranza della terapia, riduzione delle ospedalizzazioni e prolungamento della vita, di una media di cinque mesi. «I pazienti sottoposti a chemioterapia lamentano spesso disturbi importanti, ma nella metà dei casi medici e infermieri non ne vengono a conoscenza» ha dichiarato l’autore dello studio Ethan Basch, professore di medicina presso il Lineberger Comprehensive Cancer Center. Lo studio, presentato al convegno annuale degli oncologi americani a Chicago, ha coinvolto 766 pazienti con tumori di diverso tipo in stato avanzato che erano sottoposti a chemioterapia. I pazienti scelti casualmente per la sperimentazione sono stati suddivisi in due gruppi: alcuni dovevano riferire la gravità dei problemi riscontrati compilando un questionario online, anche dopo la terapia, una volta tornati a casa, permettendo quindi al personale medico di essere costantemente aggiornato sulla situazione clinica dei loro pazienti e di agire di conseguenza. I disturbi di coloro assegnati al secondo gruppo invece venivano monitorati e documentati da medici e infermieri, come generalmente avviene, e poi discussi con i pazienti durante le visite periodiche. Alla fine della sperimentazione chi aveva utilizzato il sistema online, denominato STAR (Symptom Tracking and Reporting), ha riscontrato un miglioramento della qualità della vita che, appunto, risultava tra l’altro più lunga di cinque mesi rispetto ai pazienti del primo gruppo. Il sistema STAR è stato creato per la ricerca e non è ancora disponibile sul mercato. I risultati dello studio dovranno ora essere confermati in sperimentazioni più ampie, in cui si utilizzerà una piattaforma aggiornata, disponibile anche per smartphone e tablet personali.