Investimenti, spese, governance delle politiche, medicina generale e cure primarie, formazione, riforma delle Agenzie Aifa e Agenas e dell’Iss. Ecco i temi toccati durante l’incontro tra i Presidenti delle Regioni e il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. «Il documento elaborato dalla Commissione Salute delle Regioni – scrive in un nota CIMO, il sindacato dei medici […]
Investimenti, spese, governance delle politiche, medicina generale e cure primarie, formazione, riforma delle Agenzie Aifa e Agenas e dell’Iss. Ecco i temi toccati durante l’incontro tra i Presidenti delle Regioni e il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
«Il documento elaborato dalla Commissione Salute delle Regioni – scrive in un nota CIMO, il sindacato dei medici – presentato al Ministro Lorenzin, sottolinea, ancora una volta, il tentativo da parte dei Governatori di entrare a gamba tesa sullo stato giuridico e sulla carriera del personale del SSN, nonché sui percorsi di formazione già regolamentati a livello nazionale».
«Abbiamo l’impressione che l’obiettivo finale sia quello di avere manovalanza a costi sempre più bassi, in una sorta di ammucchiata tra le professioni sanitarie. La brutta copia di una tela cubista» commenta il Vice Presidente Vicario di Cimo, Guido Quici.
«Lo strumento è l’articolo 22 del Patto della Salute – si legge nel documento – Un articolo di legge che viene utilizzato come un autobus sul quale si sale o scende a seconda delle convenienze. Si sale quando si tratta di definire il fabbisogno standard del personale, adottando metodologie di natura economiche, magari non basate sulle reali esigenze clinico-assistenziali; e si scende quando si tratta di non finanziare la progressione di carriera. Come è ben dimostrato nelle ultime leggi di stabilità».
«E cosa dire dell’accesso dei medici al SSN a tempo indeterminato ma inquadrati in categoria non dirigenziale? E’ una provocazione inaccettabile che tende a dividere la classe medica in serie A e in serie B. CIMO non è disposta ad accettare questo ennesimo tentativo di frammentare la professione medica. “Creerebbe solo innumerevoli disparità e frammentarietà tra gli stessi professionisti – continua Quici – ci auguriamo che le ipotesi ventilate siano solo frutto della calda giornata estiva».