Egregio Direttore,
le seguenti proposte non rappresentano richieste astratte che non tengono conto del grave contesto socioeconomico in cui ci troviamo ad operare, ma sono obiettivi che, con la dovuta gradualità e alla necessità di dare maggior vigore e contenuti economici certi al lavoro intenso che ha già avuto inizio con la stipula dell’accordo integrativo regionale tra rappresentanze dei medici di famiglia e la DG Welfare, devono trovare un’accelerazione già a partire dalle prossime settimane.
Per questo abbiamo previsto momenti di confronto stretto tra rappresentanti di medici di famiglia e dirigenti del SSR anche per monitorare e condividere il delicato passaggio che, a partire dal primo gennaio del 2023 vedrà un passaggio di consegne di funzioni, speriamo graduale, dalle ATS alle ASST, secondo quanto previsto dalla legge 22 e questo non solo nell’operatività dei Dipartimenti di Cure Primarie, ma anche nelle attività del corso di formazione specifica in medicina generale che sta preparando i futuri medici di famiglia.
E uno spazio importante l’abbiamo riservato alle associazioni che rappresentano i pazienti cronici: un canale di ascolto di coloro che sono i fruitori del nostro servizio.
Le proposte
- Trovare una via d’uscita nel 2023 alla grave situazione dovuta alla carenza di medici di famiglia (pochi medici di famiglia impediscono tra l’altro al cittadino di esercitare il suo diritto alla libera scelta del proprio medico, l’unico professionista in grado di stabilire in questo momento un rapporto di fiducia).
- Prevedere un maggior impegno per creare nuove medicine di gruppo aperte sia al mattino che al pomeriggio anche con la collaborazione degli Enti Locali che in molte realtà periferiche si sono dati disponibili a mettere a disposizione, soprattutto dei giovani medici, strutture per attivare studi medici di prossimità anche nei Comuni più piccoli.
- Puntare alla creazione in Regione di uno standard di studio medico che veda la presenza sia di personale di segreteria che infermieri per migliorare la possibilità di ascolto e di cura da parte del medico di famiglia
- Ridurre il carico burocratico dovuto molte volte all’obbligo di collegarsi ai portali più diversi per un certificato di infortunio, la prescrizione di un farmaco o di un dispositivo o di un ausilio (carrozzina, presidi di assorbenza ecc.)
- Promuovere, attraverso il sostegno alle forme associative complesse della medicina generale (cooperative di mmg, che raccolgono l’adesione di oltre 3500 medici di famiglia lombardi) che rappresentano una peculiarità del nostro servizio sanitario regionale, sia nella gestione della presa in carico dei pazienti cronici attraverso i loro centri servizi, sia nelle piattaforme di telemonitoraggio domiciliare che, durante la pandemia hanno sorvegliato a casa, secondo un piano assistenziale creato dal loro medico di famiglia migliaia di cittadini della nostra regione e che adesso, ancora operativi potrebbero essere utilizzati per la sorveglianza da remoto, grazie e strumenti di telemedicina già disponibili, di pazienti fragili in assistenza domiciliare. Andrebbe inoltre fatto un ringraziamento a queste cooperative che, grazie a dire il vero anche all’opera di Guido Bertolaso che ci ha creduto, hanno permesso ai medici di famiglia di praticare quasi 2 milioni di inoculi.
Fiorenzo Corti, vicesegretario nazionale FIMMG
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