FNOPO: «Quanto accaduto evidenzia la necessità di regolamentare questa pratica all’interno del Sistema sanitario nazionale ed evitare così esiti infausti, nei quali le vittime sono piccole vite»
A seguito dei numerosi casi di circoncisione effettuate in casa che hanno provocato il decesso del neonato, un appello della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica (FNOPO) chiede di regolamentare la pratica all’interno del Servizio Sanitario Nazionale.
«Apprendiamo con dolore della tragedia dei bambini stranieri morti di recente a Bologna, Reggio Emilia e Genova per una circoncisione effettuata in casa, – commentano i vertici della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica (FNOPO) -. Quanto accaduto evidenzia la necessità di regolamentare questa pratica all’interno del Sistema sanitario nazionale ed evitare così esiti infausti, nei quali le vittime sono piccole vite. L’appello della comunità musulmana di evitare il “fai date” e di rivolgersi alle strutture sanitarie non viene raccolto, anche perché, non trova attualmente del SSN una specifica risposta che la FNOPO auspica possa scaturire dall’inserimento della pratica di circoncisione nei LEA.
In attesa di opportune normative – aggiungono le componenti del Comitato centrale FNOPO -, le ostetriche le professioniste possono informare le donne durante la gravidanza e il puerperio. Attraverso una corretta informazione, le donne straniere e italiane che vogliono far circoncidere i loro figli sarebbero messe a conoscenza che tale pratica deve essere effettuata in strutture protette e da personale specializzato che saprà adottare tutte le misure di sicurezza igienico – sanitarie e le procedure corrette affinché il piccolo non subisca alcun tipo di danno. Chiaramente tutto ciò ha un costo che spesso le famiglie non possono sostenere per cui poi ricorrono “al fai da te”, oppure, vi rivolgono a persone che si improvvisano pur di lucrare. La FNOPO guarda ad una revisione dei LEA con l’inserimento della circoncisione quale soluzione a breve termine in attesa di una legislazione specifica che preveda anche l’accompagnamento di un ministro di culto, durante il rito.
Alla famiglia del piccolo – concludono le rappresentanti nazionali delle ostetriche italiane – va il cordoglio di tutta la Federazione».