Contributi e Opinioni 13 Marzo 2018 17:09

Piano Nazionale Cronicità, Aceti (Cittadinanzattiva): “Accelerare i tempi di attuazione ed informatizzare il SSN”

Le malattie croniche in Europa sono responsabili dell’86% di tutti i decessi e di una spesa di circa 700 miliardi di euro l’anno. In Italia sono quasi 24 milioni le persone che hanno una o più malattie croniche. Il nostro Paese ha messo nero su bianco come il Servizio Sanitario Nazionale intende occuparsi delle persone […]

Le malattie croniche in Europa sono responsabili dell’86% di tutti i decessi e di una spesa di circa 700 miliardi di euro l’anno. In Italia sono quasi 24 milioni le persone che hanno una o più malattie croniche. Il nostro Paese ha messo nero su bianco come il Servizio Sanitario Nazionale intende occuparsi delle persone che soffrono di malattie croniche nel Piano Nazionale delle Cronicità: ma l’implementazione va a rilento. Attraverso l’Intesa di settembre 2016 tutte le Regioni e Province autonome si impegnano a recepire il documento con propri provvedimenti e a dare attuazione ai contenuti del Piano nei rispettivi ambiti territoriali. Ma ad oggi le Regioni procedono in ordine sparso e si evidenziano ancora molte aree critiche nella gestione delle malattie croniche.

Il quadro emerge dal seminario “Piano Nazionale delle Cronicità: a che punto siamo” promosso dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva. «L’attuazione sostanziale del Piano in tutte le Regioni rappresenta un eccezionale strumento per ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure da parte dei cittadini, per garantire effettività ai Livelli Essenziali di Assistenza e per contribuire alla sostenibilità del SSN.  Per questo, è preoccupante che siano solo 5 le Regioni ad averlo recepito formalmente – dichiara Tonino Aceti, Coordinatore Nazionale del Tribunale per i diritti del malato e Responsabile del Coordinamento Nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici di Cittadinanzattiva – . Chiediamo al Ministero della Salute che il recepimento e l’attuazione del Piano da parte delle Regioni sia riconosciuto come vero e proprio “adempimento LEA” oggetto di verifica da parte del Comitato nazionale e come indicatore da introdurre e verificare nel nuovo “Sistema nazionale di garanzia dei LEA”, ancora non attivo. Il coinvolgimento delle Associazioni di cittadini e pazienti nell’attuazione del Piano a livello regionale non può essere considerata dalle Regioni “opzionale” o attivabile a “convenienza” come sta accadendo nei fatti, ma al contrario rappresenta un elemento strutturale, di valore e qualità da garantire sempre in tutto il ciclo delle politiche sanitarie pubbliche» conclude Aceti. 

I NUMERI DEL PIANO NAZIONALE CRONICITÀ

Sei gli aspetti chiave del piano: aderenza, appropriatezza, prevenzione, cure domiciliari, formazione, conoscenza e competenza.

Dieci le patologie sulle quali si inizia a lavorare attraverso il Piano: malattie renali croniche e insufficienza renale; artrite reumatoide e artriti croniche in età evolutiva; rettocolite ulcerosa e malattia di Crohn; insufficienza cardiaca cronica; insufficienza cardiaca cronica; malattia di Parkinson e parkinsonismi; Bpco e insufficienza respiratoria cronica; insufficienza respiratoria cronica in età evolutiva; asma in età evolutiva; malattie endocrine croniche in età evolutiva; malattie renali croniche in età evolutiva.

Le Regioni che hanno recepito con proprio atto il PNC: Umbria, Puglia, Lazio, Emilia Romagna, Marche. La Regione Toscana con Delibera n. 545/2017, che tra le premesse cita il Piano Nazionale, sta lavorando a “IDEA: Incontri Di Educazione all’Autogestione delle malattie croniche. Approvazione e destinazione risorse”. Il Piemonte ha un iter approvativo ancora in corso. La Lombardia ha un suo «Piano Regionale della Cronicità e Fragilità» e successivi provvedimenti attuativi. Piemonte, Toscana e Puglia sono le uniche tre regioni che hanno attivato i PDTA per il Parkinson.

Il Fascicolo sanitario elettronico

Sedici Regioni, oltre alla Provincia Autonoma di Bolzano, stanno lavorando all’implementazione del fascicolo sanitario elettronico (FSE), ma solo 11 aderiscono all’interoperabilità, stando agli aggiornamenti della Agenzia per l’Italia Digitale. Ad oggi sono stati attivati circa 11 milioni e mezzo (11.484.678) di fascicoli sanitari. Nei primissimi mesi del 2018 le Regioni che ne hanno attivato di più sono: P.A. Trento, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana, Valle d’Aosta. Molto più a rilento Emilia Romagna e Veneto. Senza l’informatizzazione del SSN non si può concretamente realizzare la presa in carico delle cronicità previsto dal Piano Nazionale.

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