Le recenti dichiarazioni da parte delle Regioni in merito al rinnovo contrattuale della dirigenza medica e sanitaria hanno suscitato le reazioni dei sindacati, fra cui CIMO: «Dichiarazioni distanti dalla realtà: non si capisce infatti quali sarebbero le basi per una rapida e soddisfacente chiusura delle trattative se non sono state dichiarate le risorse cui attingere […]
Le recenti dichiarazioni da parte delle Regioni in merito al rinnovo contrattuale della dirigenza medica e sanitaria hanno suscitato le reazioni dei sindacati, fra cui CIMO: «Dichiarazioni distanti dalla realtà: non si capisce infatti quali sarebbero le basi per una rapida e soddisfacente chiusura delle trattative se non sono state dichiarate le risorse cui attingere per un corretto e dignitoso rinnovo dopo 10 anni», afferma il Presidente Nazionale del sindacato dei medici CIMO, Guido Quici.
«Sarebbe auspicabile che, prima di tali dichiarazioni pubbliche e stime di calendario di accordi, avessero chiarito se il 3,48% di incremento contrattuale sarà interamente finanziato e immediatamente disponibile, se la Retribuzione Individuale di Anzianità (RIA) verrà sbloccata e se il Ministero dell’Economia e delle Finanze intende aggregare l’indennità di esclusività di rapporto nel monte salari».
«È dunque chiaro che per CIMO la condizione di prosecuzione della trattativa è che le risorse siano certe e la parte normativa tuteli la qualità e la sicurezza delle prestazioni. Altrimenti, stiamo solo offendendo la pazienza e l’intelligenza dell’intera categoria» conclude Quici.