«Contratto della sanità privata, chi mente sulla pelle dei medici? Ci sono fondi per tutti, ma qualcuno vuole fare il furbo». Così il Segretario Nazionale della CIMOP (Confederazione Itaiana Medici Ospedalità Privata), dott.ssa Carmela De Rango, in riferimento alle risorse disponibili per il contratto. Secondo le parti datoriali Aris e Aiop, il 2% riconosciuto al […]
«Contratto della sanità privata, chi mente sulla pelle dei medici? Ci sono fondi per tutti, ma qualcuno vuole fare il furbo». Così il Segretario Nazionale della CIMOP (Confederazione Itaiana Medici Ospedalità Privata), dott.ssa Carmela De Rango, in riferimento alle risorse disponibili per il contratto. Secondo le parti datoriali Aris e Aiop, il 2% riconosciuto al privato dal governo sarebbe solo per il comparto, smentendo le dichiarazioni del ministero che sosteneva invece l’1,25 % per il comparto e lo 0,75% da destinare ai medici.
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«In primis – osserva De Rango – il dovere morale di tutti in questo momento credo debba essere quello di dare la piena solidarietà allo sciopero dei non medici, un comparto che nell’emergenza pandemia ha svolto un ruolo eccezionale. Noi, pur rimanendo in stato di agitazione dopo il nostro sciopero del 24 gennaio, riteniamo di non voler creare un ulteriore disagio ai pazienti già molto provati dalla pandemia soprattutto nelle aree relative a Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Marche. Inoltre precisiamo che a seguito di una serie di contatti con Ministero della Salute abbiamo appurato che sono state disposte risorse sufficienti dedicate alla sanità privata utili a sostenere i costi del rinnovo contrattuale di tutto il comparto sanitario, medici e non medici. Un punto di partenza oggettivo che si contrappone al fiume di promesse giunte da altre parti in causa, che non contribuiscono ad un clima costruttivo basato sul rispetto. Tra l’altro uno dei frutti ottenuti dalla tragica esperienza maturata con il Covid è quello del peso specifico della sanità privata, che ha affrontato l’emergenza sostenendo ospedali che sono diventati centri-Covid, parimenti ai colleghi degli ospedali pubblici. Chi lo dimentica fa un torto alla professione intera».
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