Background ed epidemiologia Nel Dicembre 2019 è stato isolato un nuovo coronavirus nella regione di Wuhan, in Cina. Il numero di casi collegati a questo focolaio sta cambiando rapidamente. Sono stati segnalati casi anche in altre città della Cina e al di fuori di essa. I sintomi associati al nuovo coronavirus, denominato 2019-nCOV, sono simili […]
Nel Dicembre 2019 è stato isolato un nuovo coronavirus nella regione di Wuhan, in Cina. Il numero di casi collegati a questo focolaio sta cambiando rapidamente. Sono stati segnalati casi anche in altre città della Cina e al di fuori di essa.
I sintomi associati al nuovo coronavirus, denominato 2019-nCOV, sono simili a diverse malattie respiratorie e includono febbre, tosse secca, mal di gola e mal di testa.
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La maggior parte dei contati è stata collegata all’esposizione ad animali vivi in un mercato di frutti di mare nella città di Wuhan, ma più recentemente sono stati identificati casi che suggeriscono che il virus può diffondersi tra le persone, ma la facilità e l’estensione della trasmissione da uomo a uomo devono ancora essere determinate. Le manifestazioni cliniche dell’infezione da 2019 – nCOV appaiono al momento simili a quelle degli altri coronavirus.
Secondo il dott. Manuel Monti, responsabile Medicina dell’ Ospedale di Assisi e vicepresidente della SIMEDET: «I coronavirus sono ospiti abituali di molti mammiferi, quali gatti, cani, suini, dromedari e pipistrelli. Ma anche di specie avicole domestiche come polli e tacchini. La SARS ad esempio è stata introdotta a seguito del consumo alimentare di un mammifero selvatico, la civetta delle palme, un alimento diffuso in alcune zone della Cina. La principale fonte di contagio della MERS per l’uomo – continua – sono invece i dromedari, anche se si pensa che il serbatoio naturale del virus siano alcune specie di pipistrelli. Non si conosce ancora l’origine del nuovo coronavirus ma – afferma Monti – sicuramente proviene da qualche specie animale che vive a stretto contatto con l’uomo».
Ad oggi l’Italia, insieme all’Inghilterra e alla Francia, seppur è un paese teoricamente esposto ha attivato tutte le procedure idonee per isolare i caso sospetti all’arrivo agli aeroporti italiani. E’ già è stato attivato il termoscan che permette di identificare un persone con febbre proveniente dalle regioni a rischio le quali grazie ai sistemi di biocontenimento presenti negli aeroporti vengono subito identificati e messi in isolamento. E’ importante sottolineare infatti che la Sanità di Frontiera è uno punto di eccellenza della Sanità Italiana e già in passato ha dato prova della sua grande efficienza.
Ed uno qualsiasi dei seguenti:
L’ OMS ha sottolineato che seppur la situazione è sotto controllo di mantenere alto il livello di attenzione soprattutto nei Pronto Soccorsi dove è possibile che persone provenienti dalle regione in cui sono stati descritti i casi di infezione possano giungere alla comparsa dei primi sintomi.
«Nei dipartimenti di Emergenza – Urgenza – sottolinea il dott. Manuel Monti, è fondamentale osservare le misure standard di prevenzione e controllo delle infezioni. Nei PS è fondamentale ridurre il rischio di contagio nosocomiale che, se ad oggi è considerato di difficile realizzazione per periodi brevi come l’attesa al Triage o in Osservazione Breve, non può essere sottovalutato, considerando la tipologia dei pazienti, potenzialmente immunodepressi e fragili, che si presentano in PS».
Per tale motivo bisogna identificare i pazienti “a rischio” e assumere le dovute precauzioni.
I più comuni sono: rialzo termico, tosse, dispnea e la presenza, alla radiografia del torace, di lesioni infiltrative bilaterali diffuse. I pazienti che presentano questo virus presentano nella magior parte dei casi una forma simil-influenzale che però può progredire in una forma grave, soprattutto in persone con che presentano comorbilità come malattie cardiovascolari, dismetaboliche o respiratorie.
Il personale del Pronto soccorso deve effettuare:
Questi soggetti dovrebbero essere sottoposti a test utilizzando le seguenti precauzioni:
Superato il Triage i pazienti con sospetta infezione devono essere visitati, rafforzando le normali precauzioni standard (guanti, mascherina FFP2 ). In aggiunta a ciò il personale deve utilizzare precauzioni per proteggere gli occhi ed indossare in ambiente pulito, un camice lungo con maniche e guanti non sterili. Per la ricerca del 2019-nCOV in accordo a quanto previsto dalle raccomandazioni per la sorveglianza i campioni da sottoporre a test dovrebbero essere prelevati dalle basse vie respiratorie, quando possibile.
Infine il paziente con sospetta infezione da novel coronavirus, indipendentemente dal mezzo con cui è stato trasportato, deve essere posizionato in un locale per isolamento respiratorio, ove possibile a pressione negativa altresi la stanza, isolata rispetto ad altri pazienti, deve essere soggetta a regolare ricambio d’aria (6-8 volte/ora).
Ad oggi comunque è importante ribadire che attualmente la situazione è sotto controllo seppur è importante tenere alta l’attenzione e rispettare le indicazioni che quotidianamente vengono fornite dal nostro Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità.
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