«Immunità per i camici bianchi per consentire di lavorare senza la spada di Damocle delle future denunce e dei processi e per garantire adeguatamente i servizi ai cittadini in piena emergenza coronavirus, anche vista l’insufficiente dotazione di dispositivi di sicurezza forniti da parte delle istituzioni sanitarie regionali». Questa la proposta di Fismu-Federazione Italiana Sindacale Medici […]
«Immunità per i camici bianchi per consentire di lavorare senza la spada di Damocle delle future denunce e dei processi e per garantire adeguatamente i servizi ai cittadini in piena emergenza coronavirus, anche vista l’insufficiente dotazione di dispositivi di sicurezza forniti da parte delle istituzioni sanitarie regionali».
Questa la proposta di Fismu-Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti al Governo, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al ministro della Salute, Roberto Speranza, al Parlamento.
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Francesco Esposito segretario generale Fismu, si rivolge al presidente della Fnomceo, Filippo Anelli affinché apra un tavolo con l’Esecutivo e le forze politiche: «Immunità per i professionisti della sanità, durante tutta la crisi, per consentire di lavorare senza la spada di Damocle delle future denunce e dei processi».
«Molti sono i decessi in queste settimane – spiega Esposito – e le condizioni in cui si lavora sono emergenziali. Non solo: sono molti i medici vittime del contagio, in troppi casi purtroppo in modo mortale, lungo è l’elenco dei ‘caduti’ in questa battaglia. È come se fossimo in una situazione di guerra contro il Coronavirus, e abbiamo quindi bisogno di interventi speciali che tutelino il lavoro dei camici bianchi».
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«La nostra proposta speriamo sia condivisa da tutti – aggiunge il segretario Fismu – perché è di buonsenso, serve uno scudo legale efficace, perché bisogna essere coscienti che quelli che oggi sono considerati eroi, domani purtroppo potrebbero diventare i capri espiatori di ipotetici errori, magari organizzativi o amministrativi».
«Diamo oggi una prova di unità e forza – conclude Esposito – serve una voce sola che dialoghi con il Governo Conte e che raccolga proposte dei sindacati, come questa, anche per evitare che nella categoria serpeggi oltre alla stanchezza e il dolore anche la preoccupazione per il futuro, ma pure per isolare chi soffia nel fuoco di un bieco corporativismo che rischia di dividere il Paese, in un momento di grande dolore. L’Italia ha bisogno dei medici (e di tutti gli operatori) della sanità pubblica, oggi come ieri, oggi più che mai, l’Italia e le sue Istituzioni, però, proteggano i medici (e non solo) con i dispositivi di sicurezza (ancora insufficienti), ma anche con uno scudo immunitario per la responsabilità professionale, civile e penale».
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