«Se il problema è la carenza delle sale anatomiche di biocontenimento necessarie a garantire la sicurezza del lavoro dei medici legali è arrivato il momento di investire in queste strutture» sottolinea l’eurodeputata della Lega che ha intenzione di coinvolgere anche il Parlamento Ue
«Non poter fare l’autopsia alle vittime di Covid19 è un gravissimo limite allo sviluppo della scienza, alla ricerca e alla conoscenza clinica di una malattia che ancora oggi presenta aspetti oscuri. Il Governo, quindi, faccia chiarezza sulla circolare emanata dal Ministero della Salute, con la quale si specifica che “non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati” di persone decedute a causa del Coronavirus». Lo afferma l’eurodeputata della Lega Luisa Regimenti, condividendo l’appello di un gruppo di medici legali, guidato dal professor Cristoforo Pomara, direttore dell’Istituto di Medicina legale di Catania, che ha chiesto al Ministero della Salute di annullare la circolare che sconsiglia gli esami post-mortem per le vittime di Covid-19.
«Si tratta di un provvedimento paradossale – sottolinea Regimenti, anche lei medico legale, Presidente onorario della MeLCo, Società italiana di Medicina Legale Contemporanea – perché lo Stato ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini. Invece, sconsigliando le autopsie nega, di fatto, l’opportunità di studiare a fondo la causa della morte, che abbiamo visto avviene spesso in concomitanza con altre patologie pregresse o complicazioni successive. Sugli oltre 32mila decessi finora accertati in Italia sono state pochissime le indagini autoptiche svolte, al netto di quelle disposte dall’autorità giudiziaria. Diversa è la situazione in Germania: ad Amburgo le autopsie sono obbligatorie e forse anche per questo la tenuta del sistema sanitario tedesco è risultata migliore di quella italiana».
«Se il problema è la carenza delle sale anatomiche di biocontenimento necessarie a garantire la sicurezza del lavoro dei medici legali, così come denunciato da Simla, la Società italiana di medicina legale e delle assicurazioni e Famli, la Federazione delle associazioni dei medici legali italiani – aggiunge Regimenti – è arrivato il momento di investire in queste strutture e mettere i medici nella condizione di dare il loro contributo ad una conoscenza più approfondita del Covid-19».
«È mia intenzione coinvolgere sul tema anche il Parlamento europeo – conclude l’esponente leghista – allo scopo di stimolare un dibattito più esteso e far capire al Ministro della Salute Roberto Speranza che la scienza, per usare le parole del professor Pomara, non può essere messa in lockdown».