L’europarlamentare del Carroccio sostiene la petizione su change.org per la riapertura dello storico nosocomio della capitale specializzato in malattie infettive: «La riapertura è indicata anche dal professor Massimo Martelli, già primario di chirurgia toracica al Forlanini, che ho incontrato condividendo con lui una reale prospettiva di rilancio e riqualificazione dell’intera struttura»
«La disponibilità di un solo posto letto in terapia intensiva ogni diecimila abitanti è un dato che preoccupa i cittadini del Lazio. Bisogna pertanto puntare sulla grande capacità operativa del nostro sistema sanitario. Allora perché, ad esempio, non sostenere gli sforzi dello Spallanzani con la riorganizzazione di una rete di strutture di supporto più allargata? Oltre alla ex clinica Columbus del Gemelli, perché non utilizzare anche i laboratori specializzati degli ospedali universitari dell’Umberto I, del Campus Bio-Medico e di Tor Vergata? E perché non riaprire il Forlanini, per decenni punto di riferimento per le malattie polmonari e che si trova vicinissimo allo Spallanzani?». Lo dichiara Luisa Regimenti, medico legale, eurodeputata della Lega e responsabile Sanità per il partito nel Lazio.
«Una sua riapertura immediata sarebbe auspicabile, così come indicato anche dal professor Massimo Martelli, già primario di chirurgia toracica al Forlanini stesso, che ho incontrato condividendo con lui una reale prospettiva di rilancio e riqualificazione dell’intera struttura – continua Regimenti -. L’iniziativa è sostenuta, poi, da una petizione presentata sulla piattaforma online change.org e già sottoscritta da numerose persone. Dopo anni di tagli indiscriminati, occorre tornare a investire nella sanità, nella ricerca e nella professionalità di medici e infermieri, che sono in prima linea con grande spirito di sacrificio e colgo l’occasione per esprimere la mia vicinanza alla famiglia della dottoressa Chiara Filipponi, anestesista dell’ospedale di Portogruaro, nuova vittima di questa emergenza sanitaria in Italia. Un cordoglio che si unisce alla preoccupazione per altri medici che sono in gravi condizioni, come informa la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCEO). Agire subito, quindi, non c’è tempo da perdere».