«Occorre ridurre la possibilità per i medici di contatto con i pazienti considerati ad alto rischio attraverso la razionalizzazione del servizio, la dotazione dei dispositivi di protezione individuale e formando le unità speciali sulla base di schede di valutazione dei pazienti dei medici di famiglia» sottolinea la vicepresidente della Commissione Affari Sociali
La salute dei medici di base, personale sanitario tra i più esposti in questa emergenza coronavirus, al centro dell’ultima proposta di Michela Rostan, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera. «Bisogna istituire unità speciali territoriali per il coordinamento delle attività dei medici di famiglia al fine di evitare il più possibile il contagio e la quarantena degli stessi in seguito alla loro attività – sottolinea Rostan -. Occorre ridurre la possibilità per i medici di contatto con i pazienti considerati ad alto rischio attraverso la razionalizzazione del servizio, la dotazione dei dispositivi di protezione individuale e formando le unità speciali sulla base di schede di valutazione dei pazienti dei medici di famiglia».
«L’appello lanciato dal presidente della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti, che segnala già ottanta medici di famiglia in quarantena con un potenziale di circa 120mila cittadini rimasti senza medico, non sia sottovalutato – continua l’esponente di Italia Viva -. In questo momento non possiamo consentirci di perdere neanche una unità di personale sanitario. A partire dalle aree più a rischio è necessario affidare le attività attraverso una turnazione che consenta di potenziare la continuità assistenziale in totale sicurezza. Razionalizzando l’uso dei dispositivi individuali di prevenzione e limitando i contatti ai pazienti a rischio».
«Se andiamo avanti così – ha proseguito la deputata – avremo sempre più cittadini in cerca di assistenza sanitaria e sempre più medici in quarantena ai quali, allo stato attuale, non vengono fatti i tamponi e magari stanno bene e potrebbero continuare a dare il loro supporto in questa difficilissima battaglia contro il virus».