Covid-19, sarà emergenza fino al 31 dicembre? La proposta è di questi giorni, come annunciato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha parlato di una possibile proroga dello stato di emergenza dopo il 31 luglio come ulteriore misura di prevenzione per tenere sotto controllo il virus. Un pericolo che, infatti, non è terminato, come […]
Covid-19, sarà emergenza fino al 31 dicembre? La proposta è di questi giorni, come annunciato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha parlato di una possibile proroga dello stato di emergenza dopo il 31 luglio come ulteriore misura di prevenzione per tenere sotto controllo il virus. Un pericolo che, infatti, non è terminato, come dimostrano i dati relativi al numero di contagi nel mondo e in alcune regioni italiane, dove si registrano focolai a giorni alterni. Ma sicurezza e prevenzione possono contribuire ad allontanare il rischio di un nuovo lockdown, tanto che il premier ha paventato l’ipotesi di allungare i tempi alla fine dell’anno, mentre il ministro della salute Roberto Speranza invita a tenere alta l’attenzione perché il Coronavirus è tutt’altro che un lontano ricordo.
«Più volte in questi ultimi mesi ho ripetuto che il “vaccino” migliore per combattere il Covid-19 è la sicurezza unita al rispetto delle regole basilari ossia l’uso della mascherina, lavarsi spesso le mani, evitare gli assembramenti – dichiara Francesco D’Andrea, presidente della Società Italiana di Chirurgia, Plastica ed Estetica – restrizioni che per noi assumono un doppio valore. Non a caso come presidente SICPRE ho stilato un vademecum per fare in modo che i pazienti potessero continuare a sottoporsi ai vari interventi in sicurezza. Il giuramento di Ippocrate per la nostra categoria è fondamentale, così come lo è per un Governo adottare una sola linea guida. L’alternarsi di continui decreti, spesso in contrasto tra di loro, non ha creato nell’animo di ognuno di noi quella sicurezza che ci rende più forti nel combattere qualunque forma di epidemia. Tanti, ad esempio, i virologi ma mai con una sola voce e anche noi insieme al personale sanitario a volte cercavamo di capire per poter operare nel migliore dei modi. Auguro al nostro Governo di poterci facilitare i compiti, parlando tutti la stessa lingua», conclude D’Andrea.
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